Recensioni - Cultura e musica

Sempre suggestiva la Butterfly di Zeffirelli all’Arena

Il capolavoro pucciniano fra le regie di Zeffirelli più riuscite in Arena

La prima parte resta la più originale, ove il regista immagina i personaggi in procinto di raggiungere la casa con Goro che ne mostra i progetti a Pinkerton. Una salita al monte di Nagasaki che rivela la casa di Butterfly solo poco prima dell’arrivo di quest’ultima. Restano ben organizzati i movimenti delle masse nel primo atto e gli interventi coreografici a supporto del coro a bocca chiusa e del drammatico finale. Opportuni e filologici i costumi di Emi Wada. Uno spettacolo di repertorio è vero, ma molto apprezzato dal pubblico che gremiva un’arena quasi esaurita.

Discreta la compagnia di canto, che, se pur partita con un poco di affanno, ha via via recuperato nel corso dell’opera. Il soprano ucraino Okasana Dyka ha interpretato una Butterfly battagliera, puntando sulla potenza della voce e ottenendo un buon successo personale. Marcello Giordani interpreta Pinkerton con grande mestiere e con accenti adatti agli spazi areniani. Sotto tono il baritono Stefano Antonucci, che pur cantando correttamente e con professionalità, non riesce ad imporsi nel complesso ruolo di Sharpless. Ottima la Suzuki di Silvia Beltrami. Con alti e bassi gli altri comprimari, tutti un poco in affanno nell’ampia cavea veronese.

Buona la direzione di Jader Bignamini che fa brillare l’orchestra dell’arena soprattutto negli intermezzi orchestrali.
Un folto pubblico ha decretato un vivo successo.

Raffaello Malesci (22/07/17)

 

 

L’Arena riprende l’ormai inossidabile allestimento della Butterfly firmata da Franco Zeffirelli e risalente all’ormai lontano 2004. Lo spettacolo, di stampo prettamente classico, si riconferma efficace e suggestivo anche in uno spazio ampio come l’arena. Una scenografia mobile rivela e nasconde di volta in volta la “casa a soffietto” di Cio Cio San senza mai prevaricare la drammaturgia pucciniana.