
Al teatro la Fenice di Senigallia è tempo di musical e proprio qui debutta la nuova produzione del Van Gogh cafè opera musical
Lo spettacolo ha la regia di Andrea Ortis, che ha curato il libretto e l'adattamento testi insieme a Franco Travaglio.
Il Musical è ambientato in un cafè chantant parigino, un tempo famoso ma ora in declino.
Il caffè è momentaneamente chiuso al pubblico in attesa del debutto serale. All'interno del locale i membri dello staff e gli artisti si dedicano ai preparativi, assorti nelle proprie mansioni e inquietudini, immersi in un clima di reciproca indifferenza o diffidenza. In questo contesto, fa il suo ingresso M. Louis Philippe, un colto antiquario che porta con sé un libro contenente la raccolta delle lettere originali scambiate tra Vincent Van Gogh e suo fratello Theo.
Avvalendosi della lettura di questi scritti, Louis Philippe racconta ai presenti la tormentata esistenza di Van Gogh. La narrazione inizia a influenzare le persone presenti nel locale che nelle vicende del pittore identificano se stessi, le proprie fragilità, aspirazioni e desideri sviluppando una maggiore consapevolezza della propria condizione e rivalutando la possibilità di realizzare i propri sogni o modificare scelte di vita.
Tutto è molto curato a cominciare dalle scene di Gabriele Moreschi, che ricreano così bene quell'atmosfera parigina dei Moulin Rouge, che ricorda le tele di Toulouse-Lautrec.
Virginio Levrio firma le luci e i video con grandissimi risultati. Le proiezioni animate in 3D (curate da Tommaso Borello e Ludovico Gandellini) rendono immersive le opere di Vincent, le luci evidenziano bene l'atmosfera soffusa del locale e le varie coreografie, curate con maestria da Marco Bebbu. Specialmente quelle ispirate ai quadri di Van Gogh come i tessitori al telaio o il giallo esplosivo del sole e del grano.Il suono è affidato a Francesco Iannotta, gli ottimi costumi sono di Marisa Vecchiarelli e Myriam Somma.
Ovviamente largo spazio alle musiche, quelle inedite composte e arrangiate da Antonello Capuano (chitarra classica), orchestrate da Francesco Coia, eseguite dal vivo da Leonardo Mazzarotto (violino), Andrea Salvade' (pianoforte/musette), Marco Molino (percussioni), Lorenzo Mastrogiuseppe (contrabbasso). Oltre alla carrellata di celebri canzoni francese come "La Vie en rose" e "Ne me quitte pas".
Andrea Ortis è quanto mai perfetto per interpretare M. Louis Philippe. Si muove con eleganza e usa il timbro della sua voce in maniera suadente. Ti fa entrare nell'anima del pittore, con un monologo finale veramente commovente. Floriana Monaci è bravissima come Madame Odile. Ottima intonazione e una magnetica presenza scenica. Chiara Di Loreto è una impeccabile Mademoiselle Aline, che si muove con garbo e leggerezza sia nel canto, che nelle coreografie. Convincente anche Raffaele Ficiur nella parte di Luc, il barista timido e sensibile. Da menzionare anche tutto il resto del cast, assolutamente validissimo: Rebecca Erroi (Vanille), Serena Pomer (Eugenie), Federica De Riggi (Camille), Lara Ferrari (Juliette) e Giulia Maffei (Sophie).
Lo spettacolo ha riscosso un grande successo, con applausi a scena aperta. Forse qualche canzone di troppo ha distolto l'attenzione dalla vita travagliata di Van Gogh, che nella narrazione tocca momenti di grande intensità. In quelle lettere emerge tutta la sua grondante passione per la vita e per l’arte, ma anche un senso di abbandono che accomuna il pittore a Madame Odile, come possiamo leggere in queste parole del Luglio 1890: “Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello quasi mi casca dalla mano; e, sapendo perfettamente ciò che volevo, ho ancora dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la tristezza, l’estrema solitudine.”
Marco Sonaglia (Teatro la Fenice-Senigallia 10 gennaio 2025)