Una grande prova per il pianista russo che ha scelto per l'occasione un programma eclettico e particolare. Il concerto si è ape...
Una grande prova per il pianista russo che ha scelto per l'occasione un programma eclettico e particolare.
Il concerto si è aperto con l'esecuzione di 3 sonate di Franz J. Haydn (1732-1809), seguite da 6 danze per pianoforte di Padre Komitas (1869-1935) e dalla sonata numero 7 in si bemolle maggiore op.83 di Sergej Prokofiev (1891-1953).
Nella sterminata produzione musicale haydniana le sonate per pianoforte rivestono un ruolo di grande importanza, al livello delle sinfonie e dei quartetti. Le 3 sonate presentate sono opere della maturità e precisamente la n.38 in fa maggiore, la n.50 in re maggiore e la n.53 in miminore.
L'esecuzione di questa prima parte del concerto ha evidenziato le caratteristiche classiche dello stile Haydniano: slancio ritmico, freschezza di idee, pianificazione chiara e concisa della forma sonata. Rigore tecnico ma anche grande raffinatezza espressiva resa dal grande pianista con notevole precisione e delicatezza.
Da segnalare il bellissimo allegro della sonata n.50, e la sonata in mi minore n.50, particolarmente ispirata e profonda.
Un panorama completamente diverso invece quello relativo alle 6 danze di Padre Komitas, al secolo Soghomon Soghomonian. Sei danze di carattere etnico con imitazione di strumenti popolari come "tara", "daira" e "siringa". Più difficile qui la valutazione dei brani per il carattere particolarmente insolito ed i riferimenti etnici non sempre identificabili nella trama musicale.
La sonata n.7 in si bemolle maggiore di Prokofiev ha evidenziato tutta la perizia tecnica del grande pianista, nella concitazione pirotecnica dell'ultimo tempo, un "Precipitato" irrefrenabile ed impetuoso, nel lirismo un pò trasognato del secondo tempo e nella ricerca armonico-formale del primo tempo.
Insomma un concerto memorabile.