Recensioni - Cultura e musica

Sparafucile e Rigoletto primeggiano indiscussi all'Arena di Verona

In occasione del bicentenario verdiano ripreso il tradizionale spettacolo firmato da carlo Savi

Ennesima riconferma per il Rigoletto di Verdi andato in scena all' Arena venerdì 13 agosto 2013.
Dal punto di vista vocale ha primeggiato indiscusso Rigoletto, interpretato dal veterano baritono Leo Nucci, che ha cavalca il palcoscenico dell'Arena nei panni del buffone di corte con assoluta naturalezza, facendo chiaramente percepire i sentimenti del suo personaggio e passando così dalla spiritosaggine durante il ruolo di giullare, alla delicatezza nei dialoghi con la figlia Gilda, fino alla collera vendicativa nei confronti del Duca di Mantova. Dopo innumerevoli repliche dell'opera da parte del baritono, non si è affievolita in Nucci la grinta che rende sempre efficave la sua interpretazione del gobbo buffone.
 

Meno efficaci  al confronto sia Olga Peretyatko nei panni di Gilda che il Duca di Mantova, interpretato da Saimir Pirgu. Ben eseguite le arie più celebri, tra cui Questa o quella per me pari sono e La Donna è mobile, ma il momento in cui Pirgu si è distinto è stato il quartetto del terzo atto nel quale l’intesa con Maddalena, interpretata da Anna Malavasi, è sembrata essere più partecipe rispetto a quella con  Gilda.
Di grande intensità invece Andrea Mastroni nelle vesti di Sparafucile, lungamente applaudito dopo l’incisivo duetto con Rigoletto del primo ato.
La scenografia di Raffaele Del Savio, datata 2003, stupisce sempre per la ricostruzione fedele di Palazzo Ducale di Mantova e per i richiami, atto dopo atto, di elementi della corte rinascimentale, tra cui emergono raffinate fontane, colonne e archi che inquadrano i personaggi, ma soprattutto colpisce il contrasto tra l'immensa scalinata del II atto, e il paesaggio bucolico del III atto, quando Gilda scopre il Duca alle prese con Maddalena nella taverna del fratello Sparafucile. Simpatici alcuni effetti scenici tra cui una nebbiolina delicata, che, passando tra i finti canneti, grazie ad una piacevole brezza serale, ha oscurato per pochi attimi l'intera orchestra per poi alzarsi e svanire nel nulla.
Calorosi gli applausi finali del pubblico che hanno coronato l'opera, confermandone il successo.

 
Giuliano Malesci 13 luglio 2013