Recensioni - Cultura e musica

Splendido Lago dei cigni al Filarmonico di Verona

Finalmente il Filarmonico accontenta il suo pubblico con uno spettacolo di alta qualità artistica e tecnica: dopo una Bella Addorm...

Finalmente il Filarmonico accontenta il suo pubblico con uno spettacolo di alta qualità artistica e tecnica: dopo una Bella Addormentata condita di troppe licenze personali della direttrice e un Don Chisciotte stravolto nel suo impianto romantico, gli spettatori escono dal teatro con la soddisfazione di aver visto ciò che si attendevano, il che non significa necessariamente rinunciare in partenza alle novità, sempre che queste ultime siano compatibili con un balletto che ha ormai più di un secolo di vita e di successo.
Proprio la tecnologia ha consentito un allestimento multimediale in cui le scene non sono realmente presenti sul palcoscenico, ma vengono proiettate sul fondo: in questo modo oltre al risparmio economico (cosa da non sottovalutare visti i tempi che corrono per il balletto italiano), c’è anche il vantaggio di lasciare maggior spazio alla danza. Davvero incantevoli gli effetti di delicatezza ed impalpabilità sortiti dalla proiezione dell’acqua e della luna nel II e IV atto e imponente invece lo scalone del III atto.
La scena iniziale si apre con i festeggiamenti per il 21 compleanno del principe Siegfried. La madre arriva, lo rimprovera amorevolmente e lo sollecita a scegliere una moglie tra le fanciulle che ella ha invitato per la festa della sera seguente. Gli regala inoltre un’arma (solitamente una balestra, anche se qui abbiamo un fucile) per andare a caccia. Le danze continuano in un pas des quatre e variazioni talvolta poco sicuri e sincronizzati. Perfetto invece sin dall’inizio Careño nel ruolo principale ed anche Massimo Schettini che ha la giusta velocità di esecuzione di tour e manege, nonché un’ottima elevazione. Graziosi anche il valzer iniziale e la polacca, anche se il corpo di ballo femminile dà il meglio di sé negli atti bianchi.
Elena Pankova nel doppio ruolo di Odette/Odile è apparsa subito molto espressiva. E’ stato dolcissimo il momento del primo abbraccio col principe. La Pankova ha decisamente una tecnica superba ed una grande maturità artistica che le permette di danzare con il corpo intero fino all’estremità delle unghie. Anche la breve variazione dei quattro cignetti è stata ben danzata e con il giusto accento e sincronismo da Alessia Gelmetti, Viviana Rastrella, Scilla Cattafesta e Simona Mangani. Un po’ sottotono è apparso invece Giovanni Patti nel ruolo di Rothbart, in particolare nel III atto.
E proprio il III atto è stato forse il meno convincente, inizianto anche con gli stessi costumi rossi del I atto. Le danze di carattere spagnolo ed ungherese erano tecniche, ma mancava il vero stile di carattere, specie in quella ungherese; migliore invece l’esecuzione del pas de trois della danza napoletana eseguita da Amaya Ugarteche, Antonio Russo e Gianfranco Scellato.
Il passo a due del cigno nero è stato tecnicissimo, come non può non essere, e tagliente. Il pubblico aveva già avuto modo di apprezzare in questo pezzo Careño con Gillian Murphy qualche tempo fa ed anche ieri sera nella sua variazione l’artista ha dato prova del totale controllo del proprio corpo finendo le pirouettes al passé in equilibrio, eseguendo un manege in cui pareva volare e degli strepitosi tour con la gamba alla seconda. A questo proposito bisogna infatti ricordare che il Dance Magazine, la più famosa rivista al mondo di danza, lo ha nominato ballerino dell’anno, conferendogli in prestigioso “Dance Magazine Award 2004”.
Il IV atto è stato splendido nella coreografia di Vladimir Lupov (che si rifà all’originale di Ivanov-Petipa) con le sue 32 ballerine in tutù bianco e commovente la scena finale dove il cigno toglie il suo costume per tornare ad essere finalmente una fanciulla in carne ed ossa.

Sonia Bacinelli 13 marzo 2004