
In occasione dell'evento Music for the Cure
Un tripudio di applausi con ovazione finale di pubblico ha sostenuto il recital di Stefano Bollani, esibitosi con un originale e mirabolante repertorio al Teatro Auditorium Manzoni di Bologna per l’evento raccolta fondi MUSIC FOR THE CURE. Il concerto rientra in un percorso di “musica, benessere e solidarietà” promosso da Komen Italia-Comitato Emilia Romagna come seconda edizione del progetto “Donne al centro”, in collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola per il nuovo Day Hospital di oncologia femminile.
Piano solo è il titolo dello spettacolo presentato nella città felsinea: un incessante flusso sonoro scaturito dalla dirompente inventiva e straordinaria immaginazione di Bollani. In modo del tutto inaspettato, il concerto prende avvio come una performance classica, con l’esecuzione di n.18 Preludi vergati dal Nostro come composizioni musicali originali. Un esordio inusuale anche per il pubblico che ha atteso la conclusione dell’ultimo preludio per esprimere l’esultante apprezzamento per la sua esplosiva ispirazione e genialità artistica. Un’attesa piacevole e coinvolgente che ha trascinato l’uditorio in sonorità magiche e fantastiche suggestioni sin dalle prime note. Si tratta di componimenti brevi, di schizzi musicali e pennellate sonore che raccontano le emozioni più variegate dell’artista attraverso ritmi vertiginosi, ostinati e sincopati, rievocanti atmosfere impetuose, a tratti impressionistiche, vibranti di sonori accenti trascendentali, talora drammatici come in un duetto in cui le voci dei personaggi, in apparente conflitto, sembrano accordarsi per dar luogo a una simbiotica danza. Il linguaggio musicale adottato nei Preludi non è diverso rispetto a quello utilizzato da Bollani nelle sue solite performance: dissonanze a cascata che si intrecciano con pattern melodico-tonali, accompagnamenti arpeggiati o semplicemente percussivi su ritmi sincopati, idee musicali articolate su brevi incisi sonori che man mano si sviluppano e si accrescono prendendo forma in accordi, grappoli e fiumi sonori caratterizzati da vigorosa fluorescenza e cangiante luminosità.
Ai Preludi, Bollani accosta l’esibizione di un pezzo il cui tema, come lui stesso afferma, rievoca il canto “La Marianna la va in campagna”. E’ un brano in cui l’artista esprime la sua creatività jazzistica immergendo nel flusso sonoro della composizione, senza soluzione di continuità, tecniche peculiari della “musica concreta”: percussione della cassa armonica e del leggio, pizzico e percussione delle corde con glissati sulle stesse.
Altro brano della serata è “Vale di Fiemme”, composto dall’artista durante il suo soggiorno estivo in Trentino e dedicato alla compagna, Valentina Cenni. Lo stile è chiaramente jazzistico; dal tutto traspare la vitale pulsione di una ispirazione dialettica delicata e vivida di luminosità.
Il concerto prosegue in un susseguirsi di arrangiamenti e omaggi in chiave jazzistica al chitarrista Robert Fripp e a Mina, rispettivamente con i brani Frame by Frame di King Crimson e “La banda”, canzone portoghese composta da Chico Buarque de Hollanda, vincitrice del Festival di Rio nel 1966. Nel mezzo di questi, il richiamo al famoso tango “La cumparsita” con chiare incursioni ai ritmi di Piazzolla, che il Nostro non ha potuto evitare per chiara ispirazione e analogia ritmica.
Il concerto si conclude con svariati bis e richiami dell’artista sul palco, dove a precise richieste del pubblico e con il suo coinvolgimento, lo stesso si lancia in una frenetica, affascinante e dirompente improvvisazione articolata sui più noti brani attinti dal repertorio della musica classica, del musical, della canzone leggera. Beethoven con il caratteristico inciso ritmico-melodico del primo tema tratto dalla Quinta Sinfonia fa da collante e fil rouge tra gli altri brani, rievocati nei loro più noti incisi tematici: Ragazza di Ipanema, Tico Tico, Caro amico ti scrivo, Rapsodia in blue, Jesus Chist Superstar, Per Elisa….
Quattro minuti di scroscianti applausi al termine di questo frenetico gioco musicale non sono bastati ai due protagonisti del concerto, né a Bollani, né al pubblico, sicché è intervenuto il gusto musicale del primo per Nino Rota a ripristinare l’incantesimo e la magica alchimia mediante l’arrangiamento estemporaneo della colonna sonora del film di Federico Fellini “8 e 1/2” con un’ispirazione talmente fantasiosa ed estrosa da indurre il pubblico alla standing ovation in Sala ove era registrato il tutto esaurito.