Il gala internazionale di danza presentato il 14 e 15 luglio al Teatro Romano di Verona ha proposto un interessante programma che ...
Il gala internazionale di danza presentato il 14 e 15 luglio al Teatro Romano di Verona ha proposto un interessante programma che ha visto la partecipazione di ballerini dalle notevoli abilità tecniche.
Daniela Severian, Alexander Monachov e Gaetano Posterino hanno aperto la serata con un suggestivo passo a tre su musica di Verdi sulla riuscita coreografia di Ben Van Cauwenberg. Poco convincente purtroppo è invece apparsa sia la terza coreografia di Ben Van Cauwenberg (Carmen), sia l’interpretazione datane dalla coppia Severian-Monachov: la comparsa sulla scena di lei trascinata con la corda più che un gioco di seduzione è sembrata un gioco quasi infantile che mal si concilia col personaggio sensuale di Carmen. Indiscusse invece le capacità tecniche di tutti e tre i ballerini e piacevoli le coreografie di Ben Van Cauwenberg sui testi francesi, in particolare “Non, je ne regrette rien” che è valsa alla Severian una vera ovazione.
Molto tecnici i passi a due presentati da Moussin-Delanoe. La coreografia di Oscar Araiz, dall’incipit in sordina che dà l’idea di corpi che scivolano sul pelo dell’acqua, ripete più volte alcuni passi come nella splendida diagonale di grand rond de jambe o nei lifts a proscenio che non fanno altro che sottolineare la bravura di questi due splendidi ballerini.
E che dire di Marquez, se non riconoscergli ancora una volta il posto che tutta la critica internazionale gli assegna! La sua presenza non poteva che essere un trionfo come di fatto è stato. L’artista, oltre a mostrare una tecnica inappuntabile, è anche dotato di una straordinaria comunicatività, che ha letteralmente stregato il pubblico in particolare nella sua seconda esibizione accompagnata dai musicisti del suo gruppo.
“Light Rain” danzato da Lacarra-Pierre non si può definire un balletto nel senso stretto del termine, ma senz’altro raggiunge lo scopo di mettere in evidenza le doti fisiche di Lucia Lacarra e di impressionare qualsiasi spettatore per avere momenti quasi al limite del contorsionismo. Ottima anche la scelta musicale.
La coppia Mirò-Lopez è apparsa forse più traballante di tutte le altre specie in Don Chisciotte: i balance e i fouetté della Mirò lasciano qualche perplessità sui ballerini madrileni, così come la loro interpretazione “poco spagnoleggiente”. Senz’altro meglio riuscito il pezzo con la coreografia di Victor Ullate.
Speriamo che questo gala non sia una stella che debba brillare da sola nel cielo, ma che sia accompagnata da altre simili iniziative nei prossimi anni.
Sonia Baccinelli (15/7/01)