Recensioni - Cultura e musica

Steve Coleman al Panic Jazz di Marostica

Nella bella cornice medioevale di Marostica, a lato proprio della famosa Piazza degli scacchi, in un ristorante elegante e giovane...

Nella bella cornice medioevale di Marostica, a lato proprio della famosa Piazza degli scacchi, in un ristorante elegante e giovane al tempo stesso, si è tenuto Martedì 22 Ottobre l’evento dell’anno del Panicjazz: Steve Coleman. Un concerto quello del sassofonista di Chicago che ha strabiliato il numeroso pubblico accorso.

Coleman, accompagnato dai suoi “Five Elements”, ha confermato di essere uno dei più carismatici ed innovativi musicisti sulla scena mondiale.Suoni a volte duri, psicadelici, con tempi funky e latini, con improvvisazioni sempre calibrate, hanno caratterizzato il progetto che il sassofonista sta portando in giro per il mondo. Un progetto nato in occasione di un concerto al Jam Cafè di Montpellier tenuto il 12 e 13 Luglio del 2001, e divenuto successivamente un CD prodotto dalla famosa etichetta francese Label Bleu, uscito col titolo “Resistance is Futile”.

Accompagnato dalla tromba di Jonathan Finlayson, dal basso elettrico di Anthony Tidd, dalle percussioni di Ramon Garcia Perez, dalla batteria di Sean Rickman e dalle due splendide ballerine Rosangela Silvestre e Vera Passos Santana, Steve Coleman ha saputo saltare sull’armonia con l’eleganza e l’aggressività che ormai lo caratterizzano.

Nei continui interplay, con ritmi spesso al limite della frenesia, le due ballerine come note sospese hanno danzato balli tribali.La nera africana appoggiava le sue movenze sulla sensualità rallentata, mentre la bianca brasiliana accelerava i suoi gesti per dare quel senso di schizofrenia che un po’ permeava l’ambiente.

Vestiti come ragazzi di strada, con scarpe da ginnastica, jeans a cavallo basso, maglietta e capellino messo alla rovescia, questi musicisti, che così a prima vista potevano esser scambiati per un gruppo di neri Rappers, in realtà hanno travolto la gente con la loro tecnica eccezionale e con il loro leader Coleman che li dirigeva sapientemente.

Due ore e mezza di cascata di musica senza mai una pausa,dove la rumba cubana, il funky e il free jazz si sono sposati perfettamente nelle note del geniale Coleman, hanno sicuramente lasciato un segno indelebile nella memoria di quei fortunati che hanno avuto la possibilità di vederlo dal vivo.

Francesco Olivieri 24/10/2002