Recensioni - Cultura e musica

TURANDOT ALL'ARENA DI VERONA

Il 13 Agosto 2005 si è tenuta all’ Arena di Verona la prima rappresentazione della stagione scaligera della Turandot di Giacomo Pu...

Il 13 Agosto 2005 si è tenuta all’ Arena di Verona la prima rappresentazione della stagione scaligera della Turandot di Giacomo Puccini con la regia di Yuri Alexandrov , il quale ha recentemente riscosso ampio consenso con la regia dell'opera Cherevichki di Caikovskij presso il Teatro Lirico di Cagliari e ha curato inoltre la regia del Don Giovanni presso il Teatro Filarmonico di Verona e la scenografia di Viacheslav Okunev. L’allestimento era imponente, particolarmente adatto agli immensi spazi areniani e molto gradito alla massima parte del pubblico, che apprezza le scenografie di grande impatto e movimento.

Il regista ha allestito uno spettacolo pregevole, con un susseguirsi di quadri sfavillanti: il carnefice che affila la sua gigantesca lama tra nugoli di scintille, danzatrici velate e conturbanti, guardie imperiali che sfilano in luccicanti divise in contrasto con il popolo di Pechino, con vesti grigie e misere, e le orripilanti teste mozze infilate su lunghi bastoni.

Al centro della scena una enorme struttura, che ricorda un asteroide o una astronave extraterrestre, piena di punti luminosi e colorati, che si apre al centro dove appare un grande occhio luminoso ed abbagliante ed il trono di re Altoum.

Come al solito molto pittoreschi i dignitari Ping, Pong e Pang, bravi e spiritosi con i costumi che fanno risaltare gli enormi pancioni nudi.

I cantanti solisti si sono comportati più che dignitosamente, anche alle prese di un clima umido che non ne ha favorito l’inizio. ( lo spettacolo è infatti iniziato con circa venti minuti di ritardo causa temporale).

Andrea Gruber, la principessa Turandot, con una voce importante, piena e tonante negli acuti, ma non sempre controllata ed una grande espressività è riuscita a sfidare le grandi estensioni del palcoscenico areniano; una conferma arriva pure dalla prova generosa del grande tenore argentino José Cura, il principe Calaf, dotato di uno strumento vocale potente e vigoroso, con un timbro scuro e persuasivo, affascinante e virile che tuttavia non è riuscito ad esprimersi in pieno nella famosa romanza “Nessun dorma”, cantata in una collocazione difficile da una specie di gazebo circolare; molto positiva invece la prova di Hui He nel ruolo di Liù, in possesso di doti vocali veramente notevoli ,di gradevole sonorità e di straordinaria vocalità ( non per niente ha ricevuto dal pubblico gli applausi più lunghi e calorosi); scarsa ed evanescente la prova di Angelo Casertano nel ruolo di re Altoum, la cui voce svaniva nell’immenso anfiteatro.

Di ottimo livello la prova del direttore d’orchestra , il cinese Lu Jia, al debutto all’Arena di Verona, che ha saputo ben coordinare tutti gli elementi, pure in uno spazio di grandi dimensioni come quello scaligero.

Nel complesso uno spettacolo di grande impatto visivo, veramente ben riuscito, per un opera come la Turandot che si presta in modo particolare ad essere rappresentata all’ Arena di Verona.

G. Malesci
(13 Agosto 2005)