Recensioni - Cultura e musica

The Millionaire

Le contraddizioni dell’India tra passato, presente e futuro in un rutilante caleidoscopio che attraversa più generi

Un film di Danny Boyle.
Con Dev Patel, Anil Kapoor, Freida Pinto, Madhur Mittal, Irfan Khan, Mia Drake, Imran Hasnee, Faezeh Jalali, Shruti Seth, Anand Tiwari.
Genere Commedia, colore 120 minuti.
Produzione Gran Bretagna, USA 2008. - Distribuzione Lucky Red

Inizia con una sequenza shock di un brutale interrogatorio della polizia il nuovo film di Danny Boyle, regista britannico già di “Trainspotting” (1996). Interrogatorio ordinato dal  viscido conduttore di un quiz televisivo, ruolo ben recitato da Anil Kapoor e con un calzante doppiaggio,  in cui il diciottenne concorrente Jamal ha già vinto dieci milioni di rupie rispondendo a tutte le domande, e non è possibile secondo il presentatore, dato che Jamal è pressoché un pezzente, ragazzo del tè in un call center. Ma ogni domanda del quiz corrisponde ad episodi della sua vita, che rivive in numerosi flash back durante l’interrogatorio: vita trascorsa a Mumbai, teatro dei recenti attacchi terroristici, in un inferno perenne, che passa dall’uccisione della madre ad opera di fanatici musulmani al reclutamento in un’organizzazione che sfrutta i bambini maschi per le elemosine, cavando loro gli occhi per suscitare pietà, mentre le femmine vengono avviate alla prostituzione. Il fratello di Jamal diventerà un collaboratore del boss mafioso, e l’amica da sempre amata diventerà l’amante del boss, ma per entrambi, come in ogni commedia che si rispetti, è in attesa il riscatto finale, perché così sta scritto nel destino. Ed è per ritrovare la ragazza, che guarda sempre il quiz “per evadere”, così come fanno milioni di persone in tutto il mondo, che Jamal entrerà nel meccanismo mediatico, impersonando così per il pubblico il riscatto sociale ed economico da una vita triste e segnata dalla sofferenza e dalla miseria. Sceneggiato da Simon Beaufoy, lo stesso di “Full monty”, il film ha un ritmo incessante che non lascia respiro, e meriterebbe due visioni ravvicinate per coglierne tutti gli aspetti. Che abbracciano a spettro tutte le contraddizioni di un continente che ha in sé la miseria atavica del passato e la frenetica globalizzazione del presente e del futuro, tutto vissuto come una fiaba splendida e crudele. Il montaggio delle scene è magistrale. Alla fine viene il dubbio che Danny Boyle sia anche un furbone, in questo gioco ammiccante fra commedia, thriller e dramma, ma è sicuramente geniale.

Elena Bettinetti