Recensioni - Cultura e musica

Tito Gobbi: alla riscoperta del baritono verista

La casa discografica Regis ripropone un lodevole CD dedicato al grande e ingiustamente sottovalutato baritono

La casa discografica Regis ripropone un lodevole CD dedicato al grande e ingiustamente sottovalutato baritono Tito Gobbi. Le arie tratte da opere di Verdi, Puccini, Mozart, Leoncavallo e Cilea rendono giustizia alla memoria di un baritono fra i più grandi del novecento e troppo spesso relegato dalla critica all’epiteto non sempre lusinghiero di “baritono verista”; oppure ancora solamente ricordato come partner di Maria Callas in alcune celebri Tosche.

 

 

Il CD propone registrazioni che vanno dal 1942 al 1953, perciò il periodo d’oro della voce di Gobbi, e difatti non si può che restare sorpresi dalla sua voce torrenziale, scolpita nel bronzo e potentissima. Un vero lusso se paragonata a quanto si sente oggi. Tuttavia quello che veramente colpisce è la modernità e l’attualità delle interpretazioni di Gobbi. Si pensa al baritono verista come ad un urlatore, un cantante che taglia le partiture con l’accetta preoccupato solo dell’effetto e del volume.

 

Ebbene basta ascoltare il “Pari siamo!” dal Rigoletto di Verdi per scoprire un’interpretazione sfumata, completamente sulla parola, cesellata nelle mezze voci e giustamente potente quando occorre. Non ho ricordo di paragoni possibili con baritoni odierni. Lo stesso dicasi  per le arie dal Don Carlo dove un languido dolore ammanta la voce di Gobbi, e la parola cantata è scolpita nel dramma verdiano. Superlativo anche il prologo dai “Pagliacci” di Leoncavallo, altra dimostrazione che il canto verista non fosse affatto urlo ed effetto patetico, ma, soprattutto se affidato ad interpreti come Gobbi, una vera scuola di “Sparchgesang” all’italiana.

Il disco comprende alcuni estratti dalla Tosca e dalla Fanciulla del West, oltre ad arie che oggi si faticano a trovare nei recital ma che meritano di essere riscoperte : “Come due tizzi accesi” dall’Arlesiana di Cilea e due arie da “Zazà” di Leoncavallo. Unico piccolo neo alcune arie mozartiane da Nozze di Figaro e Don Giovanni in cui si percepisce un certo gusto interpretativo lezioso dovuto probabilmente alla moda del tempo.

Nel complesso un CD da non perdere.

R. Malesci (17/05/08)