Convincente la coreografia curata da Benjamin Pech
Con la direzione del Maestro Koen Kessels alla guida dell’Orchestra dell’Opera di Roma, una stupenda edizione del Lago dei Cigni con la coreografia di Benjamin Pech, scene e costumi di Aldo Butti, luci a cura di Vinicio Cheli e violino solista Vincenzo Bolognese. Orchestra, solisti, étoiles, primi ballerini e corpo di ballo dell’Opera di Roma.
Questo spettacolo è dedicato alla memoria di Vittoria Ottolenghi (Roma 8 Aprile 1924 - 10 Dicembre 2012) per la sua grande esperienza ed il suo contributo alla danza.
Il balletto si basa sulle tradizionali coreografie di Marius Petipa e Lev Ivanov e adotta il finale con la sola morte del cigno, una delle diverse conosciute.
Quello che colpisce già nell’introduzione sono le scenografie di Aldo Butti, complementari all'eccellente studio delle luci di Vinicio Cheli, davvero molto belle ed ingegnose: nelle scene di esterno sono semplici quinte che si alzano e si abbassano all'occorrenza, disegnate in modo elegante e lineare con fondale fisso. A volte impreziosite da giochi di luce e macchina del fumo, soprattutto nelle scene del bosco e sulle rive del lago. Nelle scene d’interno invece si gioca per lo più sui fondali, riccamente decorati, pieni di dettagli eleganti e spesso caratterizzati da colori dominanti, come il blu scuro per la festa di Sigfried nel primo atto e il color oro invece per la scena delle danze dedicate alla Regina del terzo atto. Meraviglioso il fondale del lago, davvero molto suggestivo, con una bella isola poco distante e un bel cielo con la luna. È davvero un peccato non poterlo fotografare per questa recensione.
Passando agli interpreti, un grande plauso ai due protagonisti: Odette/Odile interpretata da Fumi Kaneko e il principe Sigfried, interpretato da Vadim Muntagirov e ovviamente Rothbart, impersonato da Alessio Rezza. Tutti dotati di grande presenza scenica, energia, tecnica e incredibile eleganza nei movimenti. davvero interpreti di grande valore: sono stati molto numerosi gli applausi a scena aperta durante tutta l’esecuzione. Applausi meritati.
In particolare Odette riesce a rendere alla perfezione la sua dualità di cigno e di principessa, in particolare nei momenti in cui l'influenza di Rothbart sembra quasi trascinarla via da Sigfried come fosse impigliata in una invisibile ragnatela. I movimenti utilizzati per mimare le ali del cigno ci hanno particolarmente colpiti per il loro singolare impatto ed intensità.
Per quanto riguarda la rappresentazione vera e propria, sicuramente d’impatto il prologo con la raffigurazione dei giardini di un castello dove Rothbart lancia il suo incantesimo su Odette trasformandola in un cigno. La tensione della musica è in contrasto con la scena molto tranquilla e quasi imperturbabile del grande giardino in cui avviene l'antefatto, con eleganti filari di alberi quasi al proscenio. Molto coinvolgente il confronto diretto, molto fisico, tra i due protagonisti… dopo l’incantesimo Rothbart imprigiona letteralmente Odetta tra le sue braccia e la porta via.
Il primo atto si apre con le eleganti scene del palazzo del principe Siegfried che festeggia il suo compleanno e deve scegliere una compagna per le nozze reali. Costumi di ispirazione russa impreziosiscono la coreografia e fanno bella mostra nel celebre valzer iniziale nonché nei successivi numeri dedicati al piacere del principe e della regina che fa il suo ingresso trionfale nei primi minuti di rappresentazione. Anche la coreografia del secondo valzer è stata degna di nota. I numerosi applausi a scena aperta hanno testimoniato l’apprezzamento da parte del pubblico sia per i ballerini che per l'eccellente direzione del Maestro Kessesls.
Nel secondo atto la scena nella foresta e sulle rive del lago è particolarmente coinvolgente, non solo per la bellezza della musica splendidamente eseguita dall’orchestra, ma anche per le bellissime scenografie ed la bravura degli interpreti. Il duetto nella scena dell’incontro tra il principe ed Odette ha messo subito in evidenza l’intesa profonda tra questi due grandi artisti. Intesa che abbiamo percepito durante tutta la rappresentazione. L’eleganza delle movenze, la drammaticità e l’intensità di Odette sono apparse subito evidenti. Belle le coreografie di carattere geometrico dei cigni nelle scene d’insieme. Odette si mostra e si nasconde nei turbinii degli altri cigni, seguendo lo schema classico di Petipa ed Ivanov. Molto gradevole il cameo della danza dei piccoli cigni, con la classica movenza in diagonale tutti stretti l’uno all'altro.
Il terzo atto ci riporta ancora al palazzo del principe, per la scelta delle pretendenti al trono. Qui la scenografia mostra il dorato interno di un palazzo dalle fattezze fiabesche tra meravigliosi lampadari di sfere di cristallo e colonnati moreschi. L’entrata del cigno nero Odile, accompagnata da Rothbart, entrambi mascherati, sconvolge la scena con il principe che sembra cadere nella trappola ordita dal mago con lo scopo di farlo allontanare da Odette. Belle le varie danze tradizionali, tra cui la famosa danza spagnola e la bellissima danza russa. Una menzione particolare al violinista Vincenzo Bolognese che ha eseguito l’accompagnamento molto virtuosistico di questa memorabile danza.
Nel quarto atto la scena ritorna sulle rive del lago e vede lo scontro finale oramai non più rimandabile tra Rothbart e il principe che tenta di salvare Odette e di strapparla al malefico dominio del mago. La musica di Tchaikovsky qui crea un monumentale crescendo che accompagna la lotta tra i due pretendenti, mentre Odette si dimena disperatamente cercando di salvarsi. Un trio di grandi interpreti che ha conferito alla scena tutta la sua drammaticità. Al culmine del climax, mentre il famoso tema del cigno passa dalla tonalità minore a quella maggiore, quasi in una ultima vittoriosa battaglia tra il mago ed il cigno stesso, Odette riconquista finalmente la sua libertà, morendo. La lotta concitata dei tre protagonisti, le movenze dei cigni che si agitano nel frattempo, il volo finale che in cerchio allontana lo stormo dal palco mentre Rothbart ed il principe piangono per la morte di Odette hanno davvero avuto un effetto catartico sul pubblico, che ha ripagato con un fragoroso applauso finale e numerose chiamate.
La direzione di Kessels è rimasta nel solco di una sicura tradizione, senza eccessi, ma mostrando anche grande competenza ed attenzione ai dettagli, alle sfumature, agli assoli dei vari strumenti che impreziosiscono qua e là la partitura, sapendo rendere i vari sentimenti e le sensazioni romantiche che caratterizzano questo meraviglioso balletto.
nel complesso è stata davvero una splendida rappresentazione e la bravissima Fumi Kaneko nei panni di Odette ha davvero conquistato il pubblico.
A parte qualche incertezza nei primi minuti del primo atto, complessivamente la direzione e l’esecuzione da parte dell'orchestra è stata molto apprezzata dal pubblico.