Recensioni - Cultura e musica

Tosca il dramma di una giovane donna molto innamorata

Splendido inizio della stagione d’opera e balletto del Teatro Grande di Brescia

Tra le opere di Puccini, Tosca è forse quella che più si avvicina al modo di sentire delle donne di oggi ed è probabilmente questo il motivo per il quale la sua trama ispira di continuo film, musical, serie televisive e persino specialità gastronomiche.
Tosca è una donna innamorata di un pittore ed è gelosissima del suo uomo. Le sue continue domande sui presunti tradimenti dell’amato e la sua dubbiosa ossessione sulle veridicità delle risposte, non sono diverse da quelle di ogni donna contemporanea. Anche quando Cavaradossi le dice che la ama davvero, stringendola tra le braccia, Tosca è ancora incerta e non sa se fidarsi fino in fondo dei gesti e ancor meno delle parole.

Pur essendo un’apprezzata cantante abituata alla straordinaria esperienza del palcoscenico, in fondo al suo cuore Tosca non vorrebbe rinunciare ad una tranquilla vita borghese, fatta di quotidianità e di piccole cose (Non la sospiri la nostra casetta).
Fedele all’unità aristotelica spazio-tempo, la trama si svolge tutta a Roma ed interamente in una giornata. Puccini destina a ciascuno dei tre atti un luogo ben preciso e chiaramente identificabile nella città eterna: la chiesa di Sant’Andrea della Valle, Palazzo Farnese e  Castel Sant’Angelo.
La fuga di Angelotti viene scoperta grazie ad un piccolo oggetto, un ventaglio con gli stemmi di famiglia; un fazzoletto invece incolpa l’innocente Desdemona tradita da Jago, al quale Puccini fa un esplicito riferimento nel secondo atto.
L’allestimento di Tommaso Lagattolla e la regia di Elena Barbalich ha reso davvero incantevole questa rappresentazione, iniziata con la raffigurazione in carne ed ossa fatta da alcuni figuranti del dipinto del San Sebastiano in Sant’Andrea della Valle, tanto reale da sembrare persino proiettata . Nel secondo atto gli ambienti di Palazzo Farnese sono stati messi in scena in maniera semplice, ma efficace.
Brava, anche se un po’ algida, Mirjam Tola nelle vesti di Tosca: probabilmente la giovane età non le ha ancora permesso di provare alcuni sentimenti, come la gelosia o lo strazio per la perdita della persona amata, quindi la resa del suo personaggio è stata buona da un punto di vista melodico, ma meno riuscita da quello squisitamente interpretativo.
Per Sebastian Catana è stata davvero azzeccata la parte del “cattivo”: il suo barone Scarpia avrebbe intimorito anche chi non fosse stato davvero colpevole, incutendo un senso di paura da caccia alle streghe.
Eccellente, sotto ogni punto di vista, la prova data da Rubens Pellizzari. Il pubblico ha naturalmente chiesto il bis della romanza del terzo atto: il suo E lucean le stelle è stato commovente. Il senso di angoscia dell’uomo davanti alla morte, nel momento in cui capisce che insieme alla vita sta perdendo il bene più prezioso che aveva, cioè l’amore della sua donna, è stato reso con tale intensità che la platea ha vissuto insieme al personaggio lo strazio della consapevolezza di quello che sarà il momento finale, prima o poi, per ciascuno di noi.
Validamente diretta da Gianpaolo Bisanti l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano.


Sonia Baccinelli 7 ottobre 2012