Il mondo del lavoro visto dalla parte degli squali. Commedia, sì, ma quanto amara…
Un film di Jason Reitman.
Con George Clooney, Vera Farmiga, Anna Kendrick, Jason Bateman, Danny McBride.
Melanie Lynskey, Amy Morton, Sam Elliott, J. K. Simmons, Zach Galifianakis, Chris Lowell, Adam Rose, James Anthony, Dave Engfer, Steve Eastin, Marvin Young, Lucas MacFadden, Adrienne Lamping, Tamala Jones
Titolo originale Up in The Air. Commedia, durata 109 min. - USA 2009. - Universal Pictures
Ryan Bingham ( George Clooney) lavora per una società che licenzia le persone per conto terzi, e viaggia con disinvoltura e apparente agio per recarsi nei luoghi in cui deve svolgere la sua cinica missione.
Vive in aereo praticamente, e i suoi rari ritorni alla fissa dimora sono squallidi e solitari. Nulla sembra turbare la sua allegra e menefreghista filosofia di vita, finché il destino mette sulla sua strada una giovanissima e rampante collega (la brava Anna Kendrick), che, per risparmiare sui costi dei viaggi, propone e ottiene dalla società di licenziare le persone in video conferenza. Contemporaneamente Bingham conosce una donna (Vera Farmiga,intensa e malinconica ), indipendente e viaggiatrice professionale come lui, di cui si innamora.
Non ci si lasci ingannare però dall’improvviso affiorare dei sentimenti e della passione, perché il finale è solo apparentemente consolatorio e semplice (la famiglia come soluzione di tutto). La solitudine, nelle sue versioni da single e da coppia, è ciò che caratterizza di più i personaggi del film.
Si muore soli, e, in fondo, si vive anche soli.
Nel film di Jason Reitman il “sogno americano” mostra tutte le sue crepe nei visi delle persone che vengono licenziate di punto in bianco, e a cui si dice che hanno “nuove opportunità”, ma una di queste opportunità farà cambiare rotta esistenziale e professionale alla collega di Bingham.
Ryan-George è un discreto attore e un sincero liberal, ma candidarlo per
l’Oscar mi pare davvero eccessivo…se fosse comunque meno sovraesposto per pubblicità e gossip la sua immagine professionale ne guadagnerebbe. Il magnifico timbro di Francesco Pannofino, il doppiatore, necessiterebbe forse di qualche sfumatura aggiunta di espressività, mentre Anna Kendrick è penalizzata da un doppiaggio troppo petulante.
La cosa più esilarante del film è l’immagine cartonata dei promessi sposi, nipote e compagno, che Bingham si porta in giro, per fotografarla sullo sfondo di diversi paesaggi. Spunto frizzante e intelligente per un’altra meditazione esistenziale.
Elena Bettinetti