Recensioni - Cultura e musica

Tre promettenti compositori nel panorama musicale contemporaneo

Umberto Ciccone, Giovanni Parrocchia e Roberto Godas, promettenti giovani compositori del panorama musicale contemporaneo, si son conosciuti ed hanno collaborato insieme all’interno dell’opera Multimediale “Grammeloth” di Maurizio Elettrico

Iniziamo la nostra intervista con una domanda, che mi sorge spontanea: “Ciao Ragazzi, volete raccontarmi dove e quando nasce la vostra passione per la musica?”

Giovanni Parrocchia: - “I primi approcci musicali sono stati ludici e all’inizio non pensi chi vuoi essere poi ho cercato sempre di più di approfondire gli studi e lì c’è stata una scissione tra professione ed hobby. Di conseguenza le cose son andate da sé!”

Roberto Godas: - “La passione per la musica nasce da bambino e mi viene trasmessa da mio padre, musicista, contrabbassista andavo sempre con lui alle prove, aveva un negozio di dischi e da grande appassionato mi ha fatto ascoltare tanta musica. Da lì la passione si è fatta sempre più forte ed il mio Maestro, grande compositore, arrangiatore, mi ha introdotto allo studio della composizione anche se a quel tempo studiavo parallelamente percussioni jazz (che mi piaceva) ma la composizione è diventato un interesse sempre più grande che mi ha condotto fin qui. I momenti trascorsi con i miei genitori ad ascoltare musica hanno dettato l’inizio della mia passione musicale.”

Umberto Ciccone: - “ Mi sono avvicinato alla musica piccolissimo e mi fa piacere condividere con voi questo racconto: ero a cena fuori con i miei genitori e ad un certo punto vidi un pianoforte ed istintivamente iniziai a suonare va sottolineato che ero bambino, i miei genitori mi persero e ritrovarono vicino al pianoforte! Dopo questo episodio mi fu comprato un pianoforte mi divertivo, cercavo suoni quindi il primo approccio musicale è stato compositivo. La mia passione per la musica nasce perché è una ricerca di suoni che possano piacermi, soddisfarmi da ciò decisi di intraprendere gli studi del pianoforte classico in conservatorio perché in ciò vedo un punto di partenza per la scrittura.”

Attraverso i vostri racconti, ho ben compreso da dove nasce la vostra passione per la musica e decisione di intraprendere la strada della composizione, però adesso continuiamo con un’altra domanda:

“Mi descrivete, i momenti salienti del vostro percorso artistico/musicale?”

Giovanni Parrocchia: - “ Prima pensavo che i momenti – artistico musicali fossero altri e tutt’ora continuo a cambiare punto di vista sotto questo aspetto. I momenti salienti li ho vissuti da musicista quando suonavo in gruppo nei locali (eseguendo il Gypsy Jazz, un genere che mi piace molto), in seguito ho abbandonato questa realtà ed ho deciso di dedicarmi alla composizione. Secondo me la composizione è una realtà abbastanza solitaria, perché sussiste un confronto quotidiano più con se stessi che col gruppo, anche se poi sei chiamato ad approcciarti con i musicisti, cantanti che eseguiranno i tuoi brani. Prima i momenti salienti erano da musicista ma quelli da compositore li sto ancora cercando….. mi ritengo molto attivo nella scrittura però ancora non ho inquadrato la giusta dimensione, cambio spesso genere o visione delle cose. Ho realizzato cose che mi piacevano e non, sono molto concentrato su quello che verrà ed i momenti salienti li sto ancora cercando!”

Roberto Godas: - “ Mentre Giovanni parlava, riflettevo e mi son reso conto che è difficile rispondere a questa domanda. Ecco, come affermava Giovanni i momenti salienti possono essere musicali, dei traguardi e del resto non mi sento in grado di affermare che ho raggiunto un obiettivo che mi soddisfi, ritenendolo un punto di partenza…. Piuttosto mi sento ancora nel percorso, non ho ancora raggiunto una meta che mi son prefissato è più un andare avanti. I momenti salienti non musicali, son quelli della vita che ti stimolano ad andare avanti e possono essere svariati ed eventuali, si bei ricordi ma traguardi per ora no!”

Umberto Ciccone: - “ Anch’io meditavo mentre Giovanni e Roberto parlavano, cosa posso dirti che un punto di arrivo è la conclusione di ogni brano che scrivo perché cerco di concretizzare un’esperienza, pensiero attraverso la musica. Assaporo quel senso di vittoria, ogni qual volta che mi soddisfa la realizzazione della mia musica anche se per un artista è veramente dura affermare di essere soddisfatto. Però come spiegarti, ogni qualvolta che termino una composizione a prescindere dal progetto e dai risultati che potrà avere in futuro, per me è un passo in avanti e quindi un momento saliente….”

Dalle vostre risposte, può nascere un dibattito sulla figura del nuovo compositore e quale messaggio vuol trasmettere….. ma questa è una un’altra storia! Continuiamo con la nostra chiacchierata, voglio porvi queste altre domande:

“Attraverso la vostra musica cosa volete trasmettere?

Di solito a cosa vi ispirate?”

Giovanni Parrocchia: - “ Questa secondo me è una domanda troppo ampia perché credo che la musica sia dettata da momenti, non ti potrei dire cosa voglio trasmettere con la mia musica però ti potrei dire che ci son dei momenti in cui il compositore, musicista può focalizzarsi su delle emozioni, sensazioni e può diventare “qualcuno” o può semplicemente essere libero. Ti spiego superate le regole iniziali in ambito compositivo (ne son moltissime), nella scrittura sei libero di varcare qualsiasi confine…. Almeno io, nella vita sono molto statico e nella musica cerco l’opposto di quel che sono quindi parola chiave: DINAMICITÀ! L’unico luogo dove mi sento molto piccolo ma anche molto ispirato è il pentagramma mi crea l’estrazione di nuove strade, studiare, trovare nuovi suoni, orchestrazioni mi da l’opportunità di osservare quel foglio come un specie di dipinto e poter giocare coi colori. Non ho una specifica fonte di ispirazione, ma varia da momento a momento per esempio ci son periodi che ascolto più musica da camera, jazz, rock…. Ma la composizione varia non ho dei punti fissi più che altro cerco di guardarmi intorno almeno nella musica cerco di essere l’opposto di ciò che sono nella vita: STATICO!”

Roberto Godas: - “ Cosa voglio trasmettere con la mia musica? Credo che quando scrivi metti sempre qualcosa di tuo, la tua visione di quel preciso progetto musicale ed inevitabilmente c’è sempre un passaggio d’informazione tra me e chi ascolta, normalmente dovrebbe essere così! Da dove traggo ispirazione, altra domanda complessa, scaturisce nel momento o dalla situazione che si sta vivendo ma anche tanto dal metodo. Secondo me l’ispirazione dipende da quanto ti senti a proprio agio in quel che si sta realizzando, nella tecnica, nel modo e metodo che si adoperano e soprattutto se si è sicuri di dover dover e voler “metter le mani”, rispetto a qualsiasi cosa che si stia facendo. Sai, da cosa nasce cosa, le idee vengono sempre sviluppate e non c’è mai un’idea musicale che non possa essere sviluppata ma tutto dipende, da quale punto di vista si guardano le cose. Alla fine cerco di trasmettere tanta coerenza di pensiero, stabilità che non vuol dire rigidità ma semplicemente coerenza, fluidità, raggiungere un obiettivo specifico e quindi riuscire ad ingabbiare una concezione sonora, anche timbrica, ritmica e da così poter capire a cosa dare più valore e a cosa no. Saper costruire proprio questo.”

Umberto Ciccone: - “ Con la musica ho un rapporto devozionale e credo nel suo potere educativo, evocativo. Ti posso dire, che io attraverso la musica cerco di servirla, quindi faccio in modo che i brani che scrivo, il mio progetto musicale siano una chiave per l’ascoltatore, ed è questo l’obiettivo! Come giustamente diceva prima Roberto, noi ci mettiamo del nostro che poi sarà vissuto dall’ascoltatore…. La mia fonte d’ispirazione è sicuramente quello che vivo ogni giorno, dipende anche da un preciso momento che vivo ma rimango sempre molto stretto ad una visione spirituale della musica!”

Siamo giunti alla conclusione di questa meravigliosa chiacchierata e terminiamo con quest’ultima domanda:

“Quali sono i vostri progetti futuri?”

Roberto Godas: - “ I miei progetti futuri son quelli di terminare il percorso di studi, mi auguro di poter studiare all’estero presso un’ università americana per due anni e sicuramente vivere tante esperienze. Cosa mi riservi il futuro non lo so! Ma sono aperto ad un ventaglio di possibilità, dove sarà possibile e bello approfondire il proprio lavoro, mettersi a servizio della musica, come direbbe Umberto, di chi la esegue, la richiede oppure al lavoro della mia musica nel caso volessi realizzare dei brani, ma tutto ciò non lo posso ancora sapere…. Ecco, spero vivamente di essere pronto e soprattutto all’altezza di qualsiasi sfida musicale che si ponga nel mio percorso artistico!”

Giovanni Parrocchia: - “I miei piani futuri? Come primo obiettivo, entro quest’anno voglio pubblicare un disco con varie tracce audio e diverse collaborazioni artistiche: chitarra e sax soprano, un duo di chitarra realizzato insieme ad un mio carissimo amico per concludere solo brani per chitarra, in tutto dovranno essere massimo sette tracce. Mentre come secondo obiettivo ho quello di dedicarmi alla scrittura e capita che molte cose le cestino altre invece potranno essere inserite in un disco! Non mi piace pormi dei limiti e credo che la composizione sia un qualcosa che va valutata step by step.”

Umberto Ciccone: - “Nella mia vita la composizione non mi ha mai abbonato quindi i miei programmi futuri son quelli di continuare a scrivere e non fermarmi mai!!! Voglio assolutamente proseguire nella realizzazione di brani solo per pianoforte ma comporre anche per il teatro e il cinema, cosa che già faccio giornalmente.”

Ragazzi grazie per avermi raccontato le vostre e vi auguro tanto successo a presto!

 

Intervista realizzata da Raffaella Bellezza