Recensioni - Cultura e musica

Turandot: il Kolossal dà spettacolo

Ripresa all’arena della sfavillante allestimento di Franco Zeffirelli

Spettacolo reso emozionante e fluente dal perfetto coro che è potente e delicato, preciso come un solfeggio, tecnico. Durante tutta la rappresentazione è il coro il vero coibentante tra i personaggi, le comparse, le scenografie e le coreografie. Senza dar respiro al pubblico ci trasporta tra i vari atti fino alla  conclusione fiabesca.
Interpreti guidati dal giovanissimo Andrea Battistoni che con fantasiosa arte direttiva permette al pubblico di godersi una rapida ed incisiva esecuzione. Importanti interpreti tra cui spicca una delicata Liù (Amarilli Nizza) che riesce a strappare continui applausi ad un pubblico caldo ed estremamente recettivo. Sempre efficace la storica Turandot (Giovanna Casolla) che risulta potente e all’altezza delle Turandot areniane; unica pecca l’ingoffato pacchetto costumistico che spesso l’ha resa un po’ ridicola negli spostamenti su palcoscenico. Bravi e simpatici “Ping-Pong-Pang” (Leonardo Lopez Linares, Paolo Antognetti, Saverio Fiore), fedeli alla regia Zeffirelliana. Sovrapplaudito Calaf (Carlo Ventre) che in quanto a  voce squillante e a tecnica solida non risulta perfettamente integrato allo spirito delle voci areniane.  Il suo “Nessun dorma” poteva benissimo non essere bissato oltre che mal ricamato da un coro temporalmente sfasato. Peccato per il coro che fino a quel momento era stato perfetto. Ottimi Timur (Marco Vinco) e Altoum (Carlo Bosi) che con voce potente guadagnano spazio su un palcoscenico già colmo di incanto e fiaba.
Spettacolo incisivo e fluente, rimasto nel cuore.

Claudio Giacoboni 8 agosto 2012


Lo spettacolo areniano di Turandot non delude nemmeno stavolta. La scenografia semplice e cupa dei sobborghi poveri di Pechino  del primo atto si scontra violentemente con la forza e imponenza del palazzo imperiale, dorato e splendente,  a sottolineare il dualismo sociale ed emotivo di cui quest’opera è intrisa. Una regia che, ormai collaudata da diversi anni, non delude, precisa nei passaggi e coordinata perfettamente con le coreografie e il movimento delle centinaia di popolani, servi, cortigiani e soldati imperiali. Lascia incantati tutti gli spettatori che entrano nel piazzale del palazzo imperiale e si catapultano negli ambienti fatati Cinesi. Costumi (Emi Wada) complessi e luminosi che ben si adattano alle esigenze registiche.