Will Salden e la sua Glenn Miller Orchestra e il suo swing ci porta nell’America degli anni ’40.
Glenn Miller, una delle figure più carismatiche della musica della prima metà del Novecento, fondatore nel 1938 dell’omonima orchestra, che registrò anche come marchio, scomparve nel 1944 in un incidente aereo sulla Manica mentre era diretto a Parigi, da poco liberata, a portare la sua musica alle truppe americane. In effetti lo swing è una musica che mette allegria, e ci obbliga a muoverci tenendo il ritmo vivace che la caratterizza e anche le ballate, tendono a far oscillare il corpo di chi ascolta oltre a quello dei musicisti.
Sono solo tre le orchestre autorizzate nel vecchio continente a farsi chiamare Glenn Miller Orchestra e a suonare la musica della più famosa orchestra americana The world famous Glenn Miller Orchestra. Questa di Will Salden si compone 15 musicisti oltre a lui stesso che siede al pianoforte, tutti di bravura indiscutibile, ed è anche quella avente maggior copertura territoriale. Presente sulla scena europea ormai da quasi 40 anni, impegnata in un tour europeo che per i prossimi due anni la porterà a toccare con ben 130 concerti oltre 15 paesi per la promozione del nuovo cd “Juke Box Saturday Night” ecco che arriva a Verona all’interno del Settembre dell’Accademia. A nostra memoria, mai una compagine Jazz o meglio Swing era entrata nel novero della rassegna concertistica. La novità è stata accolta da un Filarmonico quasi esaurito e premiata da applausi e ascolto attento anche dei numerosi interventi tra un brano e l’altro del direttore Will Salden che ha permesso ai presenti che fossero poco informati di conoscere alcuni lati di Glenn Miller e della musica degli anni ‘40. Le trombe, i tromboni e i sax si alternano al microfono centrale negli assoli previsti dagli arrangiamenti di Glenn Miller, dando prova, oltre all’abilità richiesta dallo stile, anche di ironia e galanteria nei confronti delle uniche donne della compagine: una tromba, con la quale ci scusiamo per non aver inteso bene il nome, e la cantante Ellen Bliek. In buon stile swing anni ‘40 c’è spazio anche per qualche siparietto atletico da parte della compagine.
Molti i brani in scaletta che qui, a titolo di esempio e non esaustivo, riportiamo in ordine sparso: Memories of you (brano portato al successo da Frank Sinatra), Blue Moon, Stardust, Wonderful Word, Moonlight Serenades, Sing sing sing, In the mood, Juke Box Saturday Night, Pennsylvania 6-5000, Chattanooga choo choo, e non è mancato l’omaggio a Ella Fitzgerald e George Gershwin con The man I love.
Gli applausi e i bravo di apprezzamento ci portano due bis che la sala accoglie con piacere, dopodiché, a malincuore lasciamo andare coloro che per due ore ci hanno davvero regalato la magia dello swing.
Valeria Bisoni 15/10/2018