Recensioni - Cultura e musica

VERONA: Filologia e modernità per Bach e Mozart

Preceduto da una significativa parentesi bachiana si è consumato anche il terzo concerto dedicato alla musica di Wolfgang Amadeus ...

Preceduto da una significativa parentesi bachiana si è consumato anche il terzo concerto dedicato alla musica di Wolfgang Amadeus Mozart dall’Accademia Filarmonica nel corso di questo settembre 2006.
Dopo la filologia su strumenti antichi de Les Arts Florissants e dopo la “tradizione” della Cleveland Orchestra, sul palcoscenico del Teatro Filarmonico è stata invitata la Bachakademie Stuttgart diretta dal suo fondatore Helmut Rilling che, come nel suo stile, ha eseguito opere dei due compositori con criteri assolutamente filologici ma, allo stesso tempo, utilizzando strumenti moderni. Abbiamo quindi potuto ascoltare trombe e corni con pistoni, violini con manico lungo e flauti in metallo e non in legno, con tutte le inevitabili conseguenze timbriche del caso; il che però non ha minimamente impedito che Mozart e Bach venissero interpretati in maniera assolutamente rigorosa e senza alcuna concessione ad abbandoni protoromantici.
Interamente dedicato alla musica sacra il programma si è aperto con il Magnificat di Johann Sebastian Bach, nella seconda versione in Re Maggiore, senza i quattro mottetti a cappella. Pagina di grande spiritualità ma allo stesso tempo grande lezione di equilibrio musicale il Magnificat offre nella sua sintesi un’incredibile varietà di soluzioni musicali e di impasti sonori che mutano nella successione dei brani. Avvalendosi di un’orchestra smagliante e della “sua” Gächinger Kantorei affiancata dal Bach-Collegium Stuttgart, Rilling ne ha dato una lettura impeccabile per nitidezza e ricchezza timbrica, nonostante l’organico strumentale abbia parzialmente risentito dell’eccessiva ampiezza del Teatro Filarmonico. Nel dettaglio da segnalare l’eccellente connubio oboe – soprano nel “Quia respexit” o gli orditi orchestrali nell’“Et Misericordia” e nell’”Esurientes” in cui i fiati hanno suonato con grande intensità. Qualche riserva invece sul quartetto vocale, in particolare sul contralto Marion Eckstein, non sempre impeccabile nell’emissione.
Molto buona, al contrario, la prova del soprano Klara Ek che ha conosciuto il suo momento di gloria grazie ad una mirabile esecuzione dell’Exultate et Jubilate di Mozart. Brano sacro ma di chiara matrice operistica italiana, fu infatti scritto per un celebre sopranista, questo mottetto costituisce un impegnativo banco di prova per ogni cantante che vi si cimenti. La Ek ha dimostrato non solo di sapersi districare molto bene nell’impervio virtuosismo dell’Alleluja finale, ma anche grande espressività nel recitativo centrale ed una perfetta tenuta vocale nell’arco dell’intera composizione. Caratteristiche queste che, grazie anche ad un’orchestra in perfetta sintonia, si sono tradotte in un’interpretazione eccellente che le è valsa calorosi applausi con ripetute chiamate da parte del pubblico alla fine della prima parte.
La seconda parte era interamente dedicata alla Messa dell’Incoronazione di Mozart, ovvero la più celebre delle 11 messe definite “brevi”, anche se non sempre a ragione, scritte quando il compositore si trovava ancora a Salisburgo alle dipendenze del cardinale Colloredo.
Destinata presumibilmente alla cerimonia dell’Incoronazione di un’immagine religiosa della Madonna del santuario di Maria am Plain, questa messa prevede un organico importante, come peraltro era nella prassi della corte salisburghese, che la fanno rientrare a pieno titolo nell’ambito delle “Missae Solemnis”.
Rilling ha saputo fondere con sapienza ed equilibrio l’aspetto spirituale con quello più enfatico e celebrativo alternando passaggi più trascinanti, quali ad esempio la parte conclusiva del Credo in cui ha staccato tempi sostenuti, ad altri più raccolti tra cui il dolcissimo Agnus Dei in cui soprano e orchestra si sono fusi con mirabile dolcezza.
Al termine tutti gli interpreti sono stati accolti da applausi scroscianti che però non sono riusciti a strappare bis.

Davide Cornacchione 23 settembre 2006