Recensioni - Cultura e musica

VERONA JAZZ: Raffinato ed intrigante il jazz di Antonio Ciacca

L’afa che ieri sera ha impregnato le mura del Cortile Mercato Vecchio sino a tarda ora, non ha impedito di assaporare l’aroma deli...

L’afa che ieri sera ha impregnato le mura del Cortile Mercato Vecchio sino a tarda ora, non ha impedito di assaporare l’aroma delicato dei ritmi provenienti dal pianoforte di Antonio Ciacca il quale, ancora una volta, ha dato dimostrazione della sua capacità di assorbire, senza deviazioni stilistiche, le lezioni dei più grandi boppers esistenti.
Nativo di Foggia e bolognese d’adozione, dopo essersi diplomato al Conservatorio di Bologna ed aver conseguito un master alla prestigiosa Waine State University of Detroit con Kenny Barron, Ciacca ha sviluppato un grande talento anche grazie ad anni di esperienza trascorsi suonando al fianco di nomi prestigiosi quali Lee Konitz, Johnny Griffin e Dave Liebman.
Grande estimatore di Wynton Marsalis, del quale ieri sera ha proposto alcune composizioni e con cui ha più volte suonato, Ciacca ha ancora una volta dato sfoggio di grande raffinatezza, oltre che di un talento consolidato e per nulla sfacciato. Il tutto impreziosito dall’accompagnamento di musicisti garbati e da un ritaglio del centro di Verona davvero irresistibile.
Il secondo set, contraddistinto da atmosfere completamente differenti da quelle che hanno caratterizzato l’esibizione di Antonio Ciacca Trio, ha portato sul palcoscenico il brio e l’originalità della Sweet Alps orchestra, composta da ventuno elementi maschili e diretta con sapienza ed energia frizzante da Elga Plakensteiner.
Interessante il repertorio proposto, contraddistinto da una ardita, e ben riuscita, miscela di vari generi musicali, tra cui il jazz, il funk, il repertorio tradizionale, lo swing, la polka ecc.
Perfetti l’equilibrio e la sintonia dei musicisti, che hanno strappato, oltre che applausi convinti, i sorrisi degli ascoltatori divertiti. Davvero interessanti le composizioni di Michael Losch, organista ed arrangiatore della band. Buone le performances dei solisti anche se, a volte, arricchite da troppe note.

Donata Luani 20 giugno 2007