Recensioni - Cultura e musica

VERONA: La Filarmonica della Scala nel ricordo di Giulini

Il sodalizio tra l'Orchestra Filarmonica della Scala ed il direttore coreano Myung Wung Chung risale a lunga data: i pionieri del ...

Il sodalizio tra l'Orchestra Filarmonica della Scala ed il direttore coreano Myung Wung Chung risale a lunga data: i pionieri del Settembre dell'Accademia ricorderanno infatti questo binomio in un concerto al Filarmonico una decina d'anni fa, agli albori di questa rassegna. Sodalizio consolidatosi nel corso degli anni in modo particolarmente proficuo e destinato a svilupparsi ulteriormente in futuro: infatti Chung appartiene, insieme agli italiani Chailly e Gatti, alla triade di musicisti destinati a sostenere il ruolo di direttore musicale della Filarmonica dopo le dimissioni di Riccardo Muti e quindi ad intensificare sempre di più la loro presenza sul podio milanese.
Non a caso quindi è stato proprio il direttore coreano a guidare questa turné autunnale, dedicata alla memoria del Maestro Carlo Maria Giulini, di cui peraltro fu assistente, ovvero uno dei padri fondatori della Filarmonica nata esattamente venticinque anni fa.
Trattandosi di una ricorrenza così particolare il programma scelto era della massima importanza, includendo due tra le più alte vette dell'universo sinfonico ed allo stesso tempo due capisaldi del repertorio del Maestro Giulini: la Sinfonia Pastorale di Ludwig Van Beethoven e la Quarta Sinfonia di Johannes Brahms.
Di fronte a siffatti titoli c'è poco da aggiungere in fase di presentazione, ed anche per quanto riguarda il criterio di abbinamento, oltre alla commemorazione del Maestro Giulini, si può dire che tutto e nulla accomuni tali capolavori, trattandosi di partiture in grado di godere di assoluta autonomia rispetto a qualsiasi altra opera li si voglia accompagnare. D'altra parte è anche difficile immaginare due composizioni così differenti tra loro: la prima una delle più coinvolgenti ed ariose descrizioni della natura e delle sensazioni che possono scaturire dal contatto con essa, nata dal connubio tra il genio musicale di Beethoven e la filosofia romantica di Schelling; la seconda un monumento alla forma ed all'arte della variazione legata a geometrie che ancora risentono dei rigori bachiani.
L'approccio di Wung Chung alle due partiture ha dato invece l'impressione di voler parzialmente capovolgere la situazione. Sin dalle prime note della Pastorale, infatti, si è intuito che il direttore coreano aveva scelto di asciugare il più possibile ogni abbandono di matrice romantica, per mirare invece ad una lettura di stampo più neoclassico, che ne esaltasse la struttura e l'equilibrio compositivo. Una lettura non usuale quindi, condotta sino in fondo con indiscutibile coerenza ed assecondata da un'orchestra attenta e puntuale, che tuttavia ha destato qualche perplessità soprattutto in chi si aspettava atmosfere più "impressioniste", in particolare nel secondo movimento, eseguito con impeccabile, ma forse un po' algida, precisione.
Anche nella "Quarta" di Brahms Chung ha prediletto un suono teso, per certi versi quasi marziale, evitando così di scivolare in un certo decadentismo che alcuni direttori attribuiscono a questa sinfonia. Come nella Pastorale i tempi staccati sono stati mediamente sostenuti, anche se in questo caso è sembrato di percepire un maggior "respiro" dell'orchestra. Un'orchestra straordinariamente omogenea e compatta nell'affrontare un Brahms trascinante e spavaldo, attento alla forma ma mai retorico o ridondante.
Le ovazioni del pubblico al termine del programma ufficiale sono state premiate da un'esecuzione da antologia dell'ouverture del Guglielmo Tell di Rossini. Tornata nel "suo" repertorio la Filarmonica della Scala ha dato una prova impeccabile della costante crescita del suo livello tecnico. Dal morbido velluto dei violoncelli del cantabile iniziale, eseguito con una pulizia degna di un quartetto d'archi, sino alla rapinosa marcia finale, ogni singolo passaggio si è manifestato come una cartina tornasole dell'omogeneità e della ricchezza timbrica di ogni singola sezione strumentale. Un apprezzatissimo bis a suggello di una grande serata di musica.

Davide Cornacchione 9 settembre 2006