Recensioni - Cultura e musica

VERONA: Trionfa Masur nel nome di Wagner

Impresa sicuramente non facile quella di imperniare un concerto interamente sulla figura di Richard Wagner, il rischio è infatti q...

Impresa sicuramente non facile quella di imperniare un concerto interamente sulla figura di Richard Wagner, il rischio è infatti quello di ricadere sulla consueta “Faust ouverture” o sulle poche altre opere, invero di non eccelso valore, che il musicista di Lipsia dedicò alla sola orchestra, oppure di approntare il classico “Ring” in pillole pescando brani qua e là all’interno della Tetralogia ed aggirando in parte l’ostacolo. Il bellissimo concerto dell’Orchestra Nazionale di Francia diretta da Kurt Masur presentato per la rassegna del Settembre dell’Accademia ha dimostrato, grazie anche all’escamotage offerto dalla Sinfonia n. 3 di Brucner, che l’impresa è difficile ma non impossibile, e può rivelarsi al contrario una scelta di grandissimo interesse.
Il programma, scelto a mio avviso con grande cognizione, si è aperto con l’ouverture di Rienzi, opera certo non frequentata che ha costituito quindi una proposta sicuramente originale ed interessante. Rienzi è l’ultimo lavoro prima della stagione dei grandi capolavori; precede di un solo anno l’”Olandese volante”, e lo stile lascia già ampiamente intuire quale sarà la cifra compositiva dell’autore. Pur debitrice ancora degli influssi dell’opera francese e con echi Weberiani, questa composizione si caratterizza per lo svettante tono eroico e per la grande potenza orchestrale, ambedue resi mirabilmente dall’esecuzione di Masur e dei suoi musicisti.
Di maggiore fama era il brano successivo, ovvero l’ouverture dal Tannäuser, partitura di grande solennità che già in parte anticipa quella componente mistica che caratterizzerà le opere della piena maturità. Anche in questo caso l’Orchestra Nazionale di Francia ha mostrato una grande duttilità ed espressività sia nei passaggi in cui erano richieste solennità e meditazione, sia in quelli più dinamici ed esteriori.
La seconda parte del concerto era interamente costituita dalla Sinfonia n. 3 in re minore di Anton Bruckner, ovvero la “Sinfonia Wagner”. Questo lavoro venne portato direttamente a Bayreuth dall’autore per presentarlo personalmente al dedicatario che, si racconta, restò fortemente impressionato dalla grandiosità dell’inizio al punto da mostrare grande riconoscenza per l’omaggio ricevuto. Il primo movimento si apre infatti con un tema lento e misterioso, per proseguire con uno sviluppo solenne e monumentale, in stile wagneriano appunto, all’interno del quale si inseriscono passaggi più raccolti e di grande lirismo. Magnifica la resa dell’orchestra che ha esibito una ricchissima gamma di modulazioni grazie anche ad una perfetto dialogo tra i singoli gruppi strumentali in un gioco sempre controllato di sfumature. Discorso analogo per il secondo movimento, in cui la perfetta fusione delle due componenti strutturali, ovvero il movimento di polca e la corale, si è manifestata con una prova di grande espressività.
Di natura più spigliata lo scherzo che introduce ad un quarto movimento in cui pur venendo stemprati i toni corruschi della prima parte mantiene una atmosfera drammatica e monumentale che sfocia in un finale dalle sonorità telluriche.
Il risultato ottenuto da Masur è stato a dir poco straordinario: avvalendosi di una tecnica direttoriale personalissima (il suo modo di dirigere ricorrendo a piccoli movimenti di tanto in tanto, quasi stesse pennellando o ritoccando una musica che sembra scaturire per effetto di un’energia sua propria, ha un corrispondente solo in Carlos Kleiber) è riuscito a creare un’interpretazione di grande omogeneità e di straordinaria partecipazione da parte di ogni singolo musicista, che è stata accolta al termine da una vera e propria ovazione da parte di un pubblico estremamente coinvolto.
Wagneriano anche il bis ovvero un piccolo inciso orchestrale tratto dal Lohengrin.

Davide Cornacchione 15/09/2003