Il Lago dei cigni della passata stagione è stato riproposto anche quest’anno, anche se con costumi diversi e le danze di carattere...
Il Lago dei cigni della passata stagione è stato riproposto anche quest’anno, anche se con costumi diversi e le danze di carattere del III atto completamente tagliate, chissà poi per quale motivo. E’ stato invece mantenuto l’approccio “scenografico” dello scorso anno: la tecnologia ha consentito infatti un allestimento multimediale in cui le scene non sono realmente presenti sul palcoscenico, ma vengono proiettate sul fondo. In questo modo c’è anche il notevole vantaggio di lasciare maggior spazio alla danza. Sempre incantevoli gli effetti di delicatezza ed impalpabilità sortiti dalla proiezione dell’acqua e della luna nel II e IV atto e l’imponenza dello scalone del III atto.
La scena iniziale si apre con i festeggiamenti per il 21 compleanno del principe Siegfried. La madre arriva, lo rimprovera amorevolmente e lo sollecita a scegliere una moglie tra le fanciulle che ella ha invitato per la festa della sera seguente. Gli regala inoltre un’arma (solitamente una balestra, anche se qui abbiamo un fucile) per andare a caccia. Le danze continuano in un pas des quatre e variazioni più sicure e sincronizzate dello scorso anno. Perfetto come sempre sin dall’inizio Careño nel ruolo principale ed anche Massimo Schettini.
Piacevoli anche il valzer iniziale e la polacca, anche se il corpo di ballo femminile ha reso senz’altro di più sia per qualità tecnica che artistica negli atti bianchi.
Sofia Gumerova nel doppio ruolo di Odette/Odile è apparsa non sempre artisticamente convincente, anche tenendo conto del fatto che forse la coppia non era proprio ben assortita per le altezze (lui le arrivava al mento quando lei era sulle punte…). E’ stato molto tenero il momento del primo abbraccio col principe. La Gumerova ha decisamente una buona tecnica, ma nel III atto non ha saputo differenziare il ruolo ed è stata poco tagliente: le sue qualità erano da adagio, anche quasi mentre eseguiva i fouettes.
Anche la breve variazione dei quattro cignetti è stata ben danzata e con il giusto accento e sincronismo da Scilla Cattafesta, Simona Mangani, Teresa Strisciulli e Michela Lucia Viola. Giustamente malefico è stato invece Giovanni Patti nel ruolo di Rothbart, in particolare nel II atto.
Il IV atto è stato splendido nella coreografia di Vladimir Lupov (che si rifà all’originale di Ivanov-Petipa) con le sue 32 ballerine in tutù bianco e commovente la scena finale dove il cigno toglie il suo costume per tornare ad essere finalmente una fanciulla in carne ed ossa.
Ottima la direzione musicale di David Garforth.
Sonia Baccinelli 7/04/2005