Recensioni - Cultura e musica

VERONA: Un incompiuto Così fan tutte al Filarmonico

Che Così fan tutte sia l’opera più difficile da rappresentare all’interno di tutta la produzione mozartiana ed una delle più ardue...

Che Così fan tutte sia l’opera più difficile da rappresentare all’interno di tutta la produzione mozartiana ed una delle più ardue dell’intero repertorio è cosa abbastanza evidente; prove ne siano la mancanza di un’edizione davvero di riferimento all’interno della discografia (fatta eccezione per un live diretto da Cantelli alla Piccola Scala) ed il fatto che anche quando i più grandi direttori vi si sono cimentati (vedi Muti, Abbado o Karajan) le corde più intime della partitura per un motivo o per l’altro sono state spesso sfiorate ma mai suonate sino in fondo.
Così fan tutte si basa su una trama esilissima: conta solo sei personaggi che in tre ore di musica devono rivelare quanto vi è di più intimo e vero all’interno dell’animo umano, appoggiandosi ad una musica che per una volta tanto non racconta una storia ma semplicemente dei sentimenti. È quindi ragionevole che anche un talento come Strehler avesse deciso di affrontare quest’impresa in tarda maturità, dopo un’assidua frequentazione con il genio salisburghese; purtroppo però la sua scomparsa ha lasciato alla posterità un allestimento che probabilmente solo in parte lascia trasparire la grandezza del suo regista.
Di ciò che il Maestro voleva restano le bellissime ed essenziali scene di Ezio Frigerio, gli sfarzosi costumi di Franca Squarciapino e le suggestive luci di Gerardo Modica, ma per quanto riguarda movimenti scenici ed intenzioni quello a cui abbiamo assistito è solo un’ipotesi di lavoro.
La regia portata a termine da Carlo Battistoni riprende nell’impianto la leggerezza che spesso Strehler attribuiva a Mozart, con alcune divertenti gag che peraltro non disturbano un’azione che è sempre molto pulita e curata e di sicuro impatto estetico. Purtroppo manca però lo scavo sui personaggi, caratteristica fondamentale in un titolo come questo nel quale i protagonisti non possono essere ridotti a macchiette o prototipi ma devono essere persone vere che vivono e trasmettono ogni loro emozione. Al contrario in molti passaggi questo mancava e quindi il tutto si perdeva in un eccesso di “carineria” magari anche bella a vedersi ed a sentirsi ma troppo fine a sé stessa. Inoltre ho trovato abbastanza discutibile la scelta di affidare la ripresa dell’allestimento non allo stesso Battistoni ma a due aiuti registi, arrivando quindi a proporre un allestimento di terza mano.
Il regista di uno spettacolo non può ridursi ad un burocrate che suggerisce agli interpreti le entrate e le uscite decise da qualcun altro, a maggior ragione in un titolo quale il Così fan tutte, in cui lo scavo sui personaggi richiederebbe un lavoro di ben altro livello. Se poi ci troviamo di fronte ad un assistente che riprende il lavoro di un regista che si basava su un’idea altrui, capiamo quale può essere il livello di coerenza e compiutezza dell’impresa. Inevitabilmente troppo spesso si è affacciata una sensazione di non finito o di solo abbozzato per permetterci di gustare appieno lo spettacolo.

Per quanto concerne la parte musicale la resa è stata apprezzabile ma non eccellente. Gustav Khun in buca ha optato per una lettura estremamente frizzante, forse qua e là anche un po’ sopra le righe, ma nei passaggi lirici ha saputo trovare delle sonorità estremamente raccolte ed emotivamente coinvolgenti, anche se raramente i cantanti si sono rivelati perfettamente consoni all’idea.
Le Fiordiligi e Dorabella di Eteri Gvazava e Teresa Cullen hanno cantato in modo tutto sommato appropriato, ma i personaggi risultavano solo sbozzati. Qualche ombra in più anche sul piano vocale per il versante maschile rappresentato dal Ferrando di Mark Milhofer, dal Guglielmo di Nicolas Rivenq e dal Don Alfonso di Alexander Malta. Convincente invece la Despina di Janet Perry.
In sostanza uno spettacolo con più di un pregio, ma a cui mancavano aclune caratteristiche per farlo volare veramente in alto.

Davide Cornacchione 24/4/2004