I Pagliacci presentati al Teatro filarmonico curati nell’allestimento da Davide e Federico Alagna, si caratterizzavano per un’impo...
I Pagliacci presentati al Teatro filarmonico curati nell’allestimento da Davide e Federico Alagna, si caratterizzavano per un’impostazione tutto sommato tradizionale e molto realistica nell’impianto scenico, all’interno della quale spiccava il netto contrasto cromatico tra il bianco e nero delle scene ed il rosso acceso del costume dei pagliacci nella seconda parte dello spettacolo. Queste macchie di colore che potevano rimandare a sanguigni sprazzi di vita a simboleggiare l’intensità delle pulsioni e dei sentimenti in queste figure che sono attori ma allo stesso tempo anche uomini.
Per il resto la regia si è mossa su binari abbastanza consolidati sia nei movimenti del coro che nel lavoro sui cantanti.
Il ruolo di Canio era sostenuto da Nicola Martinucci che lo ha risolto con la consueta classe e professionalità. Nonostante la lunga carriera questo cantante mostra ancora una grande energia nell’interpretare questi ruoli drammatici, che, unita ad una notevole esperienza, contribuiscono alla costruzione di un personaggio estremamente efficace.
Cecilia Gasdia, che rivestiva i panni di Nedda, dopo un avvio incerto, ha riacquistato sicurezza ed ha mostrato la classe di sempre.
Efficace Paolo Rumez quale Canio e di gran classe il Peppe di Francesco Piccoli ed il Silvio di Enrico Marrucci.
Vjekoslav Sutej ha condotto l’orchestra dell’Arena con la consueta professionalità in una serata che vedeva il teatro gremito in ogni ordine di posti da un pubblico convinto e plaudente.
S.B. 28/02/2002