Recensioni - Cultura e musica

Vittoriale : BUENOS AIRES TANGO

La compagnia argentina di Anibal Pannuzio ha presentato ieri sera al Vittoriale uno spettacolo dal titolo “Buenos Aires Tango”. Lo...

La compagnia argentina di Anibal Pannuzio ha presentato ieri sera al Vittoriale uno spettacolo dal titolo “Buenos Aires Tango”. Lo spettacolo, che chiude le serate dedicate al balletto e alle danze tipiche, era composto da una serie di quadri scandite dal cambio degli abiti. Pannuzio ha concepito lo spettacolo come un viaggio che inizia alle radici del tango per arrivare all’affermazione di questa straordinaria danza ai nostri giorni: la sua genesi, nei bassifondi portuali di Buenos Aires a fine Ottocento e la sua seguente affermazione prima nei ceti della borghesia argentina medio-alta, fino a giungere alla sua affermazione internazionale.

Lo spettacolo è stato interamente accompagnato dal vivo da un pianoforte, due chitarre, dalle percussioni e naturalmente anche da un bandoneon, oltre che dal tipico battito delle mani. Le cinque coppie di ballerini che si sono esibite hanno ballato sulle musiche di Gardel, Piazolla e Yupanqui. La parte strumentale e vocale è stata meravigliosamente curata da Rodolfo Montironi, Luis Rizzo, Fernando Paz e Javier Martinez Lo Re che hanno saputo interpretare ottimamente i brani proposti.

La parte danzata invece lascia davvero molte perplessità. Le cinque coppie di ballerini (Magui Danni e Anibal Pannuzio, Maria Rosa Hakimian e Angel Hakimian, Monica Somayor e Mustapha Ramadna, Carolina Borselli e David Esteve, Charlote Hess e Miguel Gabis) hanno trasmesso poco fuoco, passione e sangue verrebbe da dire. Tutto quello che nell’immaginario collettivo rientra nell’idea di questa danza non è arrivato al pubblico, anche perché la parte veramente dedicata al tango non è stata moltissima. La seconda parte infatti è stata per lo più dedicata alle danze di carattere latino-spagnole, che forse sono state anche tecnicamente meglio eseguite del tango, e in questo senso il titolo dello spettacolo sarebbe stato più appropriato (e più onesto!) se fosse stato qualcosa che avesse suonato come “Sapori argentini” o “Folklore argentino” (non a caso alcune persone hanno lasciato lo spettacolo dopo la fine del primo tempo o non appena iniziato il secondo). Inoltre più di una volta si vedevano gli sforzi fisici dei ballerini per sollevare le loro decisamente esili patner e in questa visibile fatica certamente qualcosa che non va c’è. Gli sguardi parevano vagare nel vuoto; molte volte erano talmente freddi da farci dubitare di qualsiasi capacità di comunicare e davano l’idea di una danza basata sul risparmio della fisicità, anziché di un suo concedersi totale al pubblico, dal momento che questo è uno spettacolo realizzato per essere visto, non per una realtà intimista. Inoltre è stato evidente l’interesse dell’operazione commerciale: sono stati venduti, oltre al programma di sala, alcuni cd e il video di parte dello spettacolo, video realizzato probabilmente in economia, con inquadrature del tutto insignificanti e talmente tagliato da rendere compromettere la comprensione delle danze. Molto belli e curati almeno gli abiti realizzati da Magui Danni e Carlos Tieppo.

Sonia Baccinelli