Recensioni - Teatro

A Brescia Giovanna dei disoccupati, spettacolo di riflessione e denuncia

Dominanza e sudditanza secondo Natalino Balasso

Natalino Balasso debutta al Teatro Sociale di Brescia con “Giovanna dei disoccupati”. Questa drammaturgia attualizza la “Santa Giovanna dei macelli” di Bertold Brecht disegnando con somma maestria le vicende di Giovanna Dark, di Mauler, dei suoi sottoposti, di Cridle, di Slift, della cinica Graham e molti altri personaggi.

Balasso dà vita ad “falso scritto sotto dettatura” con un’immaginazione che è più reale della realtà e nemmeno una parola detta sul palcoscenico si discosta tristemente dalla quotidianità.

Gli orrori di oggi sono più subdoli di quelli denunciati da Brecht all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale. La brutalità nazista, la morte, la fame e la distruzione erano innegabili e sotto gli occhi di tutti; oggi invece l’ipocrisia finanziaria, i ricatti lavorativi, gli algoritmi, la manipolazione delle menti fatta con l’intelligenza artificiale sono più difficili da comprendere e smascherare. Talvolta chi denuncia è a sua volta vittima e carnefice del sistema malato: quando Balasso urla “bandiere palestinesi comprate su internet” infilza un coltello dritto nel petto di chi si fa paladino della lotta al sistema da lui stesso alimentata. E non a caso, alla fine dello spettacolo, anche Giovanna, sostenitrice dei diritti dei disoccupati, si trova essa stessa licenziata ergo disoccupata: lasciare il posto di lavoro firmando le proprie dimissioni è il sacrificio più ovvio per molti datori di lavoro anche quando si tratta di organizzazioni sindacali o similari. E questo ci fa ricordare che tutti possiamo diventare prima o poi carne da macello non appena la mannaia si deve abbattere su qualcuno per cedere alle pressioni di un potere più forte.

La regia di Andrea Collavino funziona molto bene e l’attenzione resta sempre viva. L’idea di utilizzare solo quattro attori per dare vita ai molteplici personaggi risulta vincente e mai banale nonostante sia di uso comune.

Natalino Balasso tiene il palco con padronanza e credibilità: il tono di voce è sicuro, il gesto deciso e i cambi di ruolo vengono effettuati da vero camaleonte.

Assolutamente convincente Roberta Lanave sia quando veste i panni della cinica e spietata Graham che quando cambia totalmente di registro per diventare la voce calma e suadente dell’AI: eleganza e compostezza sono i tratti che la caratterizzano.

Marta Cortellazzo, che dà vita principalmente al ruolo di Giovanna, è pienamente calata nella parte e ha così tanta energia che talvolta si fatica a starle dietro. Meno convincente Graziano Sirressi sia per i personaggi interpretati che per il modo di impersonarli: talvolta pare dileguarsi in fianco alle donne che predominano sulla scena.

Essenziale l’allestimento ideato da Anusc Castiglioni; divertente l’idea della nuvola a rappresentare il “cloud”. Funzionali le luci di Cesare Agoni ed i costumi di Sonia Marianni.

Uno spettacolo che fa riflettere sull’oggi, ma ancor più sul domani che ci aspetta, dove le eccellenze intellettuali sono alla mercè del denaro che viene utilizzato con l’unico scopo di fare altro denaro anziché essere strumento di crescita artistica e culturale al servizio dei più.

La coproduzione della pièce teatrale porta la firma del Centro Teatrale Bresciano, di Emilia Romagna Teatro e del Teatro Stabile Di Bolzano. Giovanna dei disoccupati è anche realizzato grazie al sostegno del Ministero della Cultura, oltre che di Gruppo A2A, Fondazione ASM, Gruppo BCC Agrobresciano, ABP Nocivelli. Repliche fino al 18 gennaio in vari teatri del nord Italia.

Sonia Baccinelli

Brescia, 8 novembre 2025