Recensioni - Teatro

A Brescia Gli Innamorati d’amor serioso

Manca l’aura amorosa fra il regista Roberto Valerio e Carlo Goldoni

Arriva al Teatro Sociale di Brescia, per la stagione di prosa del Centro Teatrale Bresciano, “Gli Innamorati” di Carlo Goldoni, spettacolo con adattamento e regia di Roberto Valerio. Prodotto da Accademia perduta / Romagna Teatro, da La Contrada Teatro stabile di Trieste e da La Pirandelliana. Il debutto è avvenuta la scorsa estate al Teatro Romano di Verona.

Litigarello è l’amore dei due innamorati goldoniani: Eugenia e Fulgenzio, in una commedia gustosa, senza le tradizionali maschere, ma con un argomento vario e decisamente farsesco. Lo zio Fabrizio è il grande mattatore comico, che rivaleggia per verve con il Don Marzio della più celebre Bottega del Caffè, non senza dimenticare per manie e prosopopea il Conte Anselmo della Famiglia dell’Antiquario.

Sul palco di questa produzione prevale invece il dramma e l’amor serioso. Il matrimonio fra Goldoni e il regista Roberto Valerio pare più un’unione di interesse che d’amore, infatti assistiamo ad una riduzione drastica del testo, con pesanti tagli che, soprattutto nel finale, inficiano la comprensione e affossano drasticamente la verve comica. Regista e autore, dopo esser convolati a nozze probabilmente forzate e frettolose, sembrano non amarsi e decidono, come in tutti i matrimoni mal assortiti, di dormire in camere separate. Ne patisce l’armonia della casa, ovvero della commedia, che risulta sbilanciata: un ménage mal strutturato, con alle pareti i colori troppo scuri del tragico, l’estremizzazione adolescenziale del personaggio di Eugenia e, per casa, domestici e parenti curiosamente assortiti, che la fanno da padroni senza una chiara direzione drammaturgica.

Così capita che gli attori siano messi in vetrina come le improbabili opere d’arte dello zio Fabrizio, mentre la cognata, tagliata all’osso nella parte, fa la sua comparsata nei panni pirandelliani della Signora Frola, in veletta nera con sottofondo di musica ferale.

“Amor ti vieta di non amar...” si canta in una celebre aria dalla Fedora di Giordano, ma forse qui è la fretta che ha vietato il risultato, non l’amore. Insomma non è scattato l’amore per la commedia, mentre la passione per l’attualizzazione non sembra sincera, tanto che alla fine, le poche battute che fanno comunque ridere sono ancora quelle di Goldoni, sulla dote che lo zio non vuol concedere alla nipote. Il buon Goldoni, estromesso dalla porta, rientra pur sempre dalla finestra e riafferma i suoi diritti di padre della sposa, maltrattato dal wedding planner.

Anche gli attori non sembrano innamorati della messa in scena. Si trovano, loro malgrado, ad essere i protagonisti di un matrimonio combinato da uno svagato sensale, per cui la festa di nozze risulta modesta e gli auguri agli sposi sotto tono: Claudio Casadio, Loredana Giordano, Valentina Carli, Leone Tarchiani, Maria Lauria, Lorenzo Carpinelli, Damiano Spitaleri, Alberto Gandolfo.

Ma si sa, a teatro l’amore funziona sempre e un poco di gloria la concediamo anche agli innamorati nel precipitoso finale. Non troppo però: 1 ora e 30 è il limite all’amore concesso dal regista. Che dire. Il pubblico è innamorato delle consuetudini, ha riso poco, applaude come si conviene.

Sulle onde dell’amore, i veri Innamorati contemporanei, avrebbero salutato: “From Brescia with love”.

Raffaello Malesci (Sabato 13 Dicembre 2025)