Recensioni - Teatro

A Montichiari il teatro disegnato di Paolo Nani

Piccoli miracoli: un poetico connubio di mimo ed immagini che ha conquistato il pubblico del Teatro Bonoris

Da alcuni anni il cartellone del Teatro Bonoris di Montichiari ha iniziato ad affiancare agli spettacoli che coinvolgono i nomi dello star system italiano alcune proposte più ricercate, di grande qualità, che ne impreziosiscono l’offerta. In questa categoria rientra sicuramente il bellissimo Piccoli Miracoli che ha visto protagonista l’attore Paolo Nani, andato in scena giovedì 22 febbraio.

Lo spettacolo, estremamente originale nella concezione, nasce dalle due grandi passioni -che sono anche i due grandi talenti- dello stesso Nani: il mimo e il disegno, che si fondono in perfetta armonia grazie anche alla sapiente regia di Frede Gulbrandsen.
Seduto alla scrivania Nani racconta una storia attraverso i suoi disegni che vengono proiettati su uno schermo posto sul fondale. Immagini di grande poesia e lirismo, che strizzano l’occhio a Chagall, di cui il disegnatore diviene allo stesso tempo protagonista, trovandosi coinvolto in una vicenda sentimentale tratteggiata con grande delicatezza in cui si sorride ma anche ci si commuove.

Non tutto però si svolge al tavolino: non mancano infatti le scene in cui Nani, da eccellente mimo quale è si prodiga in spassose gags -su tutte: la simpatica spedizione della lettera tramite il palloncino e la frenetica preparazione del caffè sulle note della Asturias di Albéniz- sempre però attente e misurate per non incrinare mai l’atmosfera di poesia che avvolge la rappresentazione. Disegno e recitazione si compenetrano in un sottile equilibrio in cui non si sa più se è il personaggio disegnato a prendere vita o è il personaggio in carne ed ossa ad entrare nei disegni, ed in cui presente e ricordi si confondono in un racconto tra sogno e realtà.

Unico neo della serata: il pubblico che riempiva solo parte del teatro mentre la qualità della proposta avrebbe meritato sicuramente di più. Un pubblico però attento e partecipe costituito da spettatori fedelissimi -alla domanda su chi avesse già visto La lettera, titolo cult di Paolo Nani, più di metà platea ha alzato la mano- che alla fine ha applaudito calorosamente e si è intrattenuto a parlare con l’artista. Un peccato, soprattutto per chi non è venuto, perché si è perso qualcosa che gli avrebbe regalato nuove emozioni.