Recensioni - Teatro

Alla ricerca della verità in un Pirandello kafkiano

Luca de Fusco propone a Verona Così è (se vi pare) fra teatro e psicanalisi

Per il Grande Teatro di Prosa arriva a Verona “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello per la regia di Luca de Fusco, con scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Catania, insieme al Teatro Biondo di Palermo, Teatro Sannazaro e Compagnia La Pirandelliana.

De Fusco sceglie, come già per i Sei Personaggi, una ambientazione cupa, in una scena tutta impostata sui toni del grigio, con un caseggiato fatto di finestre vuote stagliate da fari a vista e l’interno borghese ridotto a poche sedie teatrali mobili. I personaggi si muovono dunque in un ambiente opprimente, in puro stile da incubo kafkiano.

L’azione scorre veloce e la Signora Frola e il signor Ponza sono chiamati ad una sorta di interrogatorio a centro palco, davanti ad un microfono, illuminati da uno spot teatrale apposito. Nel mentre gli altri personaggi ascoltano quasi come fossero spettatori seduti in una platea. Lamberto Laudisi, lo scettico che impersona le idee dell’autore, interpretato da Eros Pagni, è invece sempre in disparte, opposto rispetto al pubblico/società in cerca di voyerismo a buon mercato.

Idea interessante quella di far assomigliare le confessioni della signora Frola e del Signor Ponza ad una specie di interrogatorio pubblico, mettendo i personaggi alla mercè della pubblica opinione a caccia di gustosi pettegolezzi. Per il resto lo spettacolo scorre ritmato, con qualche taglio al testo e non senza alcune opportune concessioni alla commedia.

Nel finale, la Signora Ponza (colei che mi si crede), giunge ieratica e lentissima dalla platea e rende la sua confessione dallo stesso microfono centrale, con voce amplificata e distorta, quasi fosse il fantasma citato da Laudisi nel corso della commedia.

Il tutto si conclude in un ora e venti minuti di atto unico. Lo spettacolo si segue senza difficoltà, è ben orchestrato e semplice nel veloce alternarsi delle scene; la mancanza completa dell’ambientazione borghese è sicuramente una scelta azzeccata, mentre alcune pose espressioniste degli attori nei momenti salienti, oppure il loro posizionarsi anonimo nelle finestre vuote, lasciano il tempo che trovano. In realtà non manca niente, ma si lascia il teatro con la sensazione che qualcosa sia stato dimenticato, con il tarlo che tutto sia stato forse troppo sbrigativo, troppo uniforme, troppo grigio e indistinto e che la risata finale di Laudisi/Pirandello non sia giunta né liberatoria, né assolutoria.

Ottimi tutti gli attori capeggiati da Eros Pagni, che riesce ancora a stagliare la parola pirandelliana come pochi. Anita Bartolucci è convincente e coinvolgente nella parte della Signora Frola, Giacinto Palmarini febbrile e appassionato come Signor Ponza. Professionali e partecipi tutti gli altri: Domenico Bravo, Roberto Burgio, Valeria Contadino, Giovanna Mangiù, Plinio Milazzo, Lara Sansone, Paolo Serra, Irene Tetto.

Buon successo nel finale.

Raffaello Malesci (26 Gennaio 2023)