Recensioni - Teatro

Amleto a Fermo

In una torrida sera di luglio, nella magica cornice di Villa Vitali a Fermo si omaggia il più grande drammaturgo di tutti i tempi: William Shakespeare.

La sua opera mastodontica è quanto mai attuale e la compagnia Proscenio Teatro per il quarto anno consecutivo gli dedica un'interessante rassegna, costruita con passione e competenza.

In scena l’Amleto, un vero e proprio classico del teatro, con l'adattamento e la regia di Davide Sacco che aveva dichiarato: "Affronteremo il tema dell’eredità sei padri e gli spettri dell’Europa che aleggiano sugli uomini, al confine tra un mondo nuovo che sta per sorgere e un mondo oscuro che sta per compiersi".

Il regista lavora la materia shakespeariana e la rilegge con un taglio moderno, dove aggiunge qualche particolare qua e là. Uno spettacolo cupo con dei momenti più leggeri appena accennato

Le scene di Luigi Sacco dipinte di rosso creano un'atmosfera claustrofobica che ricorda i film di David Lynch, merito anche delle ottime luci di Luigi Della Monica e dei costumi di Annamaria Morelli dove domina il colore nero. Interessanti le musiche di Francesco Sarcina (cantante de Le vibrazioni) con un tema dolce e malinconico sottolineato da pianoforte e archi che ritorna in vari momenti.

Francesco Montanari tratteggia un Amleto nervoso, sanguigno, in certi momenti troppo urlato, guidato, scortato, schiacciato dall’ombra del padre.

A Franco Branciaroli è affidata la parte del fantasma del padre di Amleto, con la sua immagine che compare spesso proiettata sul fondo

L'attore più torvo che mai, interpreta con la consueta maestria un personaggio fulcro della storia, giocando con la sua voce, con i gesti e aggirandosi con una presenza scenica quasi luciferina.

Notevole anche Francesco Acquaroli nei panni di Re Claudio che sottolinea benissimo la sua follia omicida, al suo fianco c'è la Gertrude molto umana di Sara Bertelà.

Caterina Tieghi è un’ottima Ofelia, delicata, colpita dal dolore e dalla pazzia per un mondo fatto di falsità, crudeltà e violenza.

Alquanto riusciti anche l'incisivo Polonio di Gennaro Di Biase e l'energico Laerte di Raffaele Ausiello.

Completavano il cast l'Orazio di Carlo Capitanelli, Rosencrantz e Guildenstern interpretati dai bravi Matteo Cecchi e Flavio Francucci, che hanno caratterizzato con ironia anche i due becchini.

Lo spettacolo è stato accolto da numerosi applausi, peccato solo per la scarsa presenza di pubblico.

Il festival Shakespeare nel parco prosegue fino al 19 luglio e gli auguriamo un grande futuro.

Marco Sonaglia

(Villa Vitali-Fermo 12 Luglio 2024)