
In chiusura della stagione di prosa al teatro delle Muse arriva lo spettacolo più famoso e particolare di Luigi Pirandello: Sei personaggi in cerca d'autore
Il dramma debuttò il 9 maggio 1921 al teatro Valle di Roma. L'autore arriverà a scriverne una terza edizione nel 1925, dove aggiunse una prefazione nella quale chiariva la genesi, gli intenti e le tematiche fondamentali del dramma.
La regia è di Valerio Binasco che propone una lettura interessante, cercando di sintetizzare i binomi che sono alla base del teatro: lo scontro tra parole e regia e tra interpretazione e vita reale. Il sipario è leggermente aperto e la sala rimane illuminata. Quando si apre troviamo l'unica scena curata da Guido Fiorato ci mostra un ambiente che sembra quasi una palestra abbandonata, con le pareti spoglie, le luci a neon (le luci quelle vere invece sono ben gestite da Alessandro Verazzi), un grammofono, uno stereo più moderno e una porta sul fondo. I validi costumi sono di Alessio Rosati, le musiche incisive di Paolo Spaccamonti e il suono claustrofobico di Filippo Conti.
Una giovane compagnia formata dagli ottimi allievi della scuola per attori del Teatro Stabile di Torino (Alessandro Ambrosi, Cecilia Bramati, Ilaria Campani, Teresa Castello, Alice Fazzi, Samuele Finocchiaro, Christian Gaglione, Sara Gedeone, Francesco Halupca, Martina Montini, Greta Petronillo, Andrea Tartaglia, Maria Trenta) sta provando lo spettacolo "Il giuoco delle parti" guidati dal Capomico, interpretato da un grande Jurij Ferrini, a tratti cinico, con la battuta fulminante e un'incisiva presenza scenica. All'improvviso arrivano in scena quattro oscuri personaggi, quasi dark, che sembrano appartenere ad un passato (lontano forse un secolo) ed essere usciti dalla fantasia dell'autore. Cattureranno subito l'attenzione della compagnia che si pone in ascolto, creando un dialogo inaspettato e spiazzante.
Valerio Binasco nel ruolo del padre è quanto mai incisivo, con la sua voce suadente, l'aria svagata e i tempi teatrali sempre ben gestiti. Un capostipite che diventa anche il portavoce della propria famiglia, martoriata dalla morte dei due figli più piccoli.
Lo affianca l'intensa Sara Bertelà, che con sguardi e movimenti tratteggia in maniera incisiva il personaggio della madre. Giordana Faggiano è la figliastra ribelle che cova un profondo senso di colpa. Un’interpretazione di grandissimo livello tutta giocata sulla voce (compresa l'isterica risata) e sull'energia del proprio corpo. Molto bravo anche Giovanni Drago nella parte del figlio introverso e dubbioso, protagonista di un finale ricco di pathos.
Binasco ha fatto un lavoro veramente originale, partendo da Pirandello per arrivare al presente. Esplora la vicenda di una famiglia devastata (completamente in crisi) che appartiene ad un mondo piccolo-borghese, attraverso i rapporti tra i vari componenti con le loro forme sociali precostituite, con i loro fallimenti e una struttura narratologica che era stata consapevolmente decostruita dal suo autore.
Vivo successo per tutto il cast, con un pubblico che ha seguito attentamente lo spettacolo, tra cui parecchi studenti accompagnati dai loro professori.
Intanto nei giorni scorsi è già stata già presentata la nuova stagione teatrale 2025-2026, come sempre ricca di interessanti proposte, scelte con cura e professionalità dal direttore artistico Giuseppe Dipasquale.
W il teatro, vero rifugio di cultura in questi tempi vuoti.
Marco Sonaglia (Teatro Delle Muse-Ancona 10 aprile 2025)