Recensioni - Teatro

Ancona: La passione di Anna Karenina

Continua inarrestabile la stagione di prosa al teatro delle Muse di Ancona

In scena "Anna Karenina" dal romanzo di Lev Tolstoj (pubblicato nel 1877), con l'adattamento di Gianni Garrera e Luca De Fusco.

De Fusco cura la regia, spiegando bene il suo intento: "Insieme col drammaturgo Gianni Garrera abbiamo deciso di non nascondere l’origine letteraria del testo ma anzi valorizzarla. Al di là dei dialoghi le parti più strettamente narrative o i commenti di Tolstoj saranno attribuiti ad un vero e proprio coro, composto dagli stessi attori che interpretano i ruoli. I pensieri dei personaggi saranno invece detti dai personaggi stessi, seguendo la lezione del Ronconi del “pasticciaccio” e configurando degli “a parte” tipici del linguaggio teatrale, come lo stesso coro".

Con lui un team oramai collaudato che valorizza i suoi spettacoli. Marta Crisolini Malatesta si occupa dei ricercati costumi e delle scene. In realtà una scena fissa con una grande stazione in stile liberty, dove domina il ferro, il metallo e l’acciaio. Il montaggio è veloce, di taglio cinematografico, con le coreografie di Alessandra Panzavolta. Lo spettacolo è arricchito dalle ottime proiezioni di Alessandro Papa, dalle raffinate luci di Gigi Saccomandi, che creano un'atmosfera cupa, sottolineata anche dalle incisive musiche di Ban Ragno.

Nei panni della protagonista c'è Galatea Ranzi, una delle migliori attrici di teatro. La sua interpretazione è tutta in crescendo, con una prima parte più misurata, a tratti frivola e una seconda parte molto intensa, dove emerge tutta la passione del suo personaggio, di una donna che sfida il conformismo puritano della Pietroburgo ottocentesca. Una presenza scenica sempre elegante con gesti mirati, mai eccessivi e un uso della voce impeccabile.

Paolo Serra è Karenin. Molto bravo a tratteggiare un marito formale, apparentemente privo di emozioni e attento alla morale. Giacinto Palmarini incarna con ottimi risultati Vronskij, l'ufficiale bello, affascinante, carismatico, ma piuttosto superficiale. Stefano Santospago sempre impeccabile, con una recitazione sicura è Oblinskij, il fratello di Anna, amante del piacere e con una debolezza morale. Debora Bernardi anche lei pregevole nella parte della comprensiva ed amichevole Dolly. Francesco Biscione tratteggia Levin, il proprietario terriero umile e modesto con grande garbo.
Mersila Sokoli è pienamente a suo agio nella parte della bella e ingenua Kitty. Completavano brillantemente il cast: Giovanna Mangiù (Betsy) e Irene Tetto (Lidija).

Non era facile trasportare a teatro la potenza del testo di Tolstoj, invece il risultato è vincente, i nodi narrativi sono rispettati e lo spettacolo ha un buon ritmo, sostenuto da ottimi attori.

A fine recita un felice successo, non a caso il grande Dostoevskij la pensava così: "Anna Karenina in quanto opera d'arte è la perfezione… e niente della letteratura europea della nostra epoca può esserle paragonato".

Marco Sonaglia (Teatro delle Muse-Ancona 27 febbraio 2025)