Recensioni - Teatro

Ancona: Un marionettistico Sior Todero Brontolon

Dopo l'Arlecchino rivisitato da Pennacchi nella scorsa stagione, al teatro delle Muse di Ancona torna Carlo Goldoni con uno dei suoi capolavori: Sior Todero Brontolon

Una commedia teatrale prosastica in tre atti, scritta nel 1761 e andata in scena per la prima volta nel 1762 al teatro San Luca di Venezia.

La drammaturgia di Piermario Vescovo è pienamente rispettosa della lingua veneziana e la regia di Paolo Valerio decisamente interessante. Il regista prende ispirazione dalla biografia di Goldoni, dove racconta che in giovane età rimase affascinato dal "divertimento delizioso" di un teatro di marionette che i suoi genitori avevano fatto costruire in casa.

Infatti la scenografia di Marta Crisolini Malatesta è costituita da una specie di bottega/laboratorio con una lunga balconata, piena di sacchi, scrigni di legno, fili, braccia, gambe, fondali, quinte. Gli attori con i movimenti scenici di Monica Modena usano gli splendidi "Piccoli" di Podrecca (famosa compagnia di marionette) come un loro doppio irreale. Sior Todero sembra quasi un novello Mangiafuoco che muove i fili della trama, seduto sopra una grande poltrona circondata da pupazzi abbandonati, che viene trasportata a mano.

Sempre eleganti le luci di Gigi Saccomandi sontuosi i costumi di Stefano Nicolao, interessanti le musiche dal sapore popolare di Antonio Di Pofi.

Franco Branciaroli è un notevole Sior Todero, con una caratterizzazione di taglio comico, lontana da come in genere siamo abituati a vederlo in teatro. Il vecchio fastidioso, sbruffone e lamentoso con le sue infinite regole viene amplificato da una voce artificiale (qui si vede l'importanza di aver lavorato a fianco di un gigante come Carmelo Bene), da una mimica stentorea, dallo sguardo furbo e brillante.

Maria Grazia Plos è una strepitosa Marcolina (forse la vera protagonista dell'opera). Una recitazione esemplare, bilanciata tra ironia, sarcasmo, energia e coraggio. Piergiorgio Fasolo bravissimo ad interpretare Pellegrin, il goffo marito sempre in cerca di un riparo.
Roberta Colacino dona la giusta ingenuità e languidezza al personaggio dell'innamorata Zanetta. Siora Fortunata trova in Ester Galazzi sia l'eleganza, che la verve più frizzante.
Emanuele Fortunati è un raffinato e sicuro Meneghetto. Notevole l'agente Desiderio del bravissimo Riccardo Maranzana. Nicoletto, suo figlio, è interpretato con brio e con la voce in falsetto dal valido Andrea Germani. Anche Valentina Violo nella parte della vitale serva Cecilia e Alessandro Albertin in quella di Gregorio convincono pienamente.

Uno spettacolo squisito e incantevole, che mostra tutta la grande padronanza tecnica di Goldoni nel tratteggiare i caratteri dei personaggi, che non sembrano affatto lontani dalla nostra realtà.

Pubblico attento e divertito, formato anche da parecchi studenti che hanno applaudito con affetto tutta la compagnia.

Marco Sonaglia (Teatro Delle Muse-Ancona 13 marzo 2025)