Recensioni - Teatro

Ancona: cattura Il caso Jekyll, cupo e suggestivo

Sergio Rubini mette in scena il celebre romanzo di Robert Louis Stevenson 

Dopo l'eclettica Virginia Raffaele, arriva lo spettacolo "Il caso Jekyll" tratto dal romanzo di Robert Louis Stevenson, adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini, prodotto da Fondazione Teatro Di Napoli – Teatro Bellini, Marche Teatro, Teatro Stabile di Bolzano.

La regia è di Sergio Rubini che nelle note ci spiega la sua visione dell’opera: "Henry Jekyll qui è uno stimato e blasonato studioso della mente vissuto tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, proprio nello stesso periodo in cui nasce e si sviluppala psicanalisi. Dopo un’affannosa e solitaria ricerca sui disturbi psichici dei propri pazienti, il grande luminare è approdato all’individuazione delle cause della malattia mentale: all’origine di quei disturbi vi è il conflitto tra l’Io e la sua parte oscura, la sua Ombra, quella battezzata in quegli anni con il nome di Inconscio. Il racconto da cui siamo partiti in effetti è solo d’ispirazione a una storia più vicina ai temi della nostra contemporaneità, offrendo allo spettatore la possibilità non solo di rispecchiarsi in quelli che sono i pericoli ma anche i piaceri che scaturiscono dalla propria ombra, ma anche di essere spunto di riflessione sulla necessità di dialogare col proprio inconscio, portarlo fuori e condividerlo con la collettività per evitare che la nostra ombra scavi in solitudine nel nostro io un tunnel di sofferenze e violenza".

Le scene di Gregorio Botta mostrano questo grande palazzo con le sue vetrate e un gioco di livelli che permettono di vedere sia all'interno che all'esterno. L'atmosfera è cupa, notturna, claustrofobica sottolineata dall'ottimo disegno luci di Salvatore Palladino, dai pregevoli costumi di Chiara Aversano e dal martellante progetto sonoro di Alessio Foglia, che crea una continua tensione.

Mistero e terrore (tipici di una crime story) accompagnano per due ore lo spettatore nell'abisso più profondo, senza concedergli tregua.

Merito anche dell'ottimo cast. Sergio Rubini si ritaglia il ruolo del narratore ai lati del palcoscenico, con una lettura sempre mirata. Interpreta anche il personaggio del dottor Hastie Lanyon con la consueta professionalità.

Da manuale la recitazione di Daniele Russo che si divide tra Henry Jekyll e Edward Hyde. L'attore mostra una grande presenza scenica, ricca di energia, con un ottimo controllo nella modulazione della voce, donando a Jekyll una profonda dolcezza, ad Hyde la giusta inquietudine e una risata quanto mai luciferina.

Geno Diana è un calzante e curioso avvocato John Gabriel Utterson. Gli altri validissimi attori erano Roberto Salemi (Richard Enfield / Poole / Ballerino), Angelo Zampieri (Danvers Carew / Ispettore Newcomen / Guest / Domestico) e Alessia Santalucia (Lenore / Cameriera / Pensionante di Soho / Domestica / Fiammiferaia / Madre di Lizzie).

Uno spettacolo suggestivo ed intrigante, salutato da numerosi applausi per tutto il cast.

Prossimo appuntamento "Re Lear" con Elio De Capitani, dal 12 al 15 dicembre.

Marco Sonaglia (Teatro delle Muse 22 novembre 2024)