Recensioni - Teatro

Brescia: Un nodo in tensione

Il testo di Johnna Adams inaugura la stagione del CTB con Ambra Angiolini e Federica Luna Vincenti

Uno spettacolo teatrale si basa su complesse alchimie fatte di sguardi, intenzioni, appuntamenti, complicità, piccoli cortocircuiti a volte impercettibili al pubblico ma fondamentali sulla scena. Se nel corso delle repliche qualcuno di questi viene a mancare la fluidità può risentirne, ma se a mancare è il 50% dello spettacolo la strada diventa in salita.
Il nodo di Johnna Adams ebbe la sua prima italiana nel 2020 in una produzione firmata da Serena Sinigaglia, protagoniste Ambra Angiolini e Ludovica Modugno. A causa della recente scomparsa della Modugno -attrice straordinaria, che ha lasciato un vuoto profondo nel teatro italiano- la produzione è stata ripresa con Arianna Scommegna che, però, nel corso delle repliche bresciane, per un’indisposizione, è stata a sua volta sostituita da Federica Luna Vincenti, produttrice dello spettacolo e coautrice delle musiche.

Senza voler nulla togliere al talento delle protagoniste, è però abbastanza evidente che, trattandosi di un testo in cui in scena sono solo due attrici, una sostituzione improvvisa richiede un lavoro di ricalibratura che non si risolve in poche repliche. Ed infatti la sensazione percepita alla rappresentazione cui abbiamo assistito al Teatro Sociale era quella di un’intesa che si stava via via affinando, non senza qualche tensione, che entrambe hanno risolto con grande professionalità.

Il testo della drammaturga americana con il quale il Centro Teatrale Bresciano ha scelto di inaugurare la stagione 2022 tratta il non facile tema del bullismo nelle scuole e della difficoltà di comunicazione tra adulti ed adolescenti. In un’aula di una scuola americana si svolge lo scontro tra una madre e l’insegnante del figlio, nel tentativo di capire se il ragazzo sia stato vittima oppure a sua volta autore di violenza, una violenza che l’ha condotto ad un gesto estremo. È un dialogo brusco, nervoso, in cui si intrecciano accuse, incomprensioni e rimorsi, che però spesso sembrano restare in superficie, complici forse alcuni limiti di scrittura ed una regia estremamente lineare, che sembra non scavare fino in fondo nel dramma, puntando ad una recitazione caricata, a volte eccessiva, come nella scena della malattia del gatto, in cui anche i cambi a volte suonano meccanici.
Ambra Angiolini ha regalato comunque una buona prova, confermandosi attrice versatile e sensibile, anche se la ricordiamo in interpretazioni più incisive, mentre Federica Luna Vincenti si è disimpegnata efficacemente nonostante la situazione d’emergenza.
Al termine il pubblico che riempiva il Teatro Sociale ha tributato alle due interpreti applausi calorosi e sinceri.