Recensioni - Teatro

Civitanova Marche: Fiori d'acciaio

Al teatro Rossini di Civitanova Marche arriva lo spettacolo Fiori d'acciaio, tratto dalla pièce teatrale di Robert Harling del 1987

Nel 1989 Herbert Ross ne ha fatto una versione cinematografica con Sally Field e Julia Roberts. L'adattamento italiano è di Michela Andreozzi e Francesco Bellomo , con la regia di Michela Andreozzi e Massimiliano Vado.

La vicenda si svolge nei primi anni novanta, nella cittadina di Sorrento. In un salone di bellezza, si incontrano la signora Marilù, sua figlia Stella che sta per sposarsi, la litigiosa Luisa che di mariti ne ha avuti due e ora adora la propria libertà, Clara Aiello che è la ex moglie del Sindaco nonché la loro parrucchiera, la spregiudicata Tamara, che ha come dipendente la giovane Ana, recentemente abbandonata dal marito e rimasta senza denaro.

Carlo De Marino cura i fantasiosi costumi che ben risaltano i vari caratteri dei personaggi e crea un’unica scena con il salone ben illuminato da Umile Manieri. Le musiche originali sono di Roberto Procaccini, ma la vera colonna sonora sono le canzoni che caratterizzano quegli anni come "La forza della vita" (Paolo Vallesi), "E non finisce mica il cielo" (Mia Martini) "Attenti al lupo" (Lucio Dalla), "Nell'aria" (Marcella bella).

Tutta la storia Si svolge all'interno del salone della parrucchiera, apparentemente luogo deputato alle frivolezze, alla piacevolezza, alla bellezza e che, invece, diventa una sorta di gineceo, di luogo riservato alle sole donne che vi portano la narrazione della propria esistenza. Sei donne che parlano della propria quotidianità, divise fra doveri familiari, sopportazione di ménage matrimoniali stanchi, di abbandoni, di ricerca di una dimensione di vita migliore rispetto alla realtà. Nel racconto ci sono proprio tutte le forme di amore, da quello materno a quello filiale, da quello per un uomo a quello per la vita. Il rapporto fra le sei donne appare di grande sodalità, di rispetto reciproco, di profonda empatia, pur nella specificità della diversità di ognuna di loro.

La cifra globale è quella della commedia, dove, anche di fronte a grandi dolori si finisce col trovare un aspetto di ilarità, il gusto per la battuta che sdrammatizza i momenti più duri. Tuttavia, anche quando la vicenda diventa tragica viene affrontata con una certa leggerezza, non riuscendo a suscitare nello spettatore il pathos che avrebbe meritato, anche a causa di un testo abbastanza debole e con alcune dosi di retorica.

Anna Galiena dona alla Signora Marilù la sua consueta classe attoriale, con un'interpretazione sempre misurata, naturale ed efficace. Alessandra Ferrara è sua figlia Stella, convincente pur con una certa staticità. Martina Colombari riesce a far emergere bene il carattere ingenuo di Ana, con un simpatico accento romagnolo. Gabriella Silvestri giganteggia nella parte della romana Luisa, sempre sagace e con la battuta pronta. Caterina Milicchio è la parrucchiera Tamara, caratterizzata da una recitazione brillante e dalla frizzante parlata meridionale. Stefania Micheli si muove con disinvoltura e delicatezza nella parte di Clara Aiello.

Spettacolo molto applaudito che alla vigilia dell'otto marzo ci lancia il messaggio che le
donne, nonostante i problemi della vita, sono forti, proprio come i fiori d'acciaio.

Marco Sonaglia (Teatro Rossini-Civitanova Marche 7 marzo 2025)