
La stagione di prosa al teatro Rossini di Civitanova Marche prosegue sul classico con una delle opere più conosciute di luigi Pirandello: Il fu Mattia Pascal
Il romanzo composto nel 1904, viene proposto con il libero adattamento di Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses. La regia di Marco Tullio Giordana è molto cinematografica, infatti come dichiara nelle sue note "Tanti sono i colpi di scena, e lo spazio/tempo dove si consumano in continue sovrapposizioni, da suggerire nella riduzione per la scena una chiave non realistica e indurre la macchina teatrale a mescolarsi col linguaggio parallelo del cinema, sviluppatosi anch’esso agli inizi del secolo breve”.
Gianni Carluccio cura le scene utilizzando sullo sfondo nero dei lunghi teli sospesi dove si proiettano foto e video di ambienti interni ed esterni (curati da Luca Condorelli-Vertov), che aiutano a raccontare la narrazione. Carluccio si occupa anche dell'ottimo gioco luci, creando incisivi contrasti. Molto rifiniti i costumi di Chiara Donato, cupe e solenni le musiche di Andrea Rocca.
Geppy Gleijeses come sempre giganteggia nei panni del protagonista. Un'interpretazione eccellente, intensa, dove unisce ironia e malinconia in Mattia Pascal, disincanto e smarrimento in Adriano Meis. Tutte le sfaccettature di un uomo che vuole sfuggire dal peso dei ruoli sociali convenzionali vengono messe in evidenza, calibrando elegantemente gesti e voce.
Marilù Prati mostra la consueta padronanza scenica, con interessanti accenti vocali, tratteggiando bene le differenze dei suoi personaggi. La Vedova Pescatore mordace e tragicomica, Silvia Caporale vitale e misteriosa. Nicola Di Pinto è Anselmo Paleari.
Anche lui molto bravo a cesellare un personaggio visionario, estraneo alla realtà che lo circonda, appassionato di lettura, di occulto, con la sua teoria della lanterninosofia e i toni quasi flemmatici.
Totò Onnis è un Don Eligio Pellegrinotto incisivo, con una recitazione equilibrata da giusti tempi comici e momenti di saggezza consigliera. Ciro Capano è ottimo sia come Batta Malagna, che come Papiano, riuscendo a mettere in risalto il carattere elusivo e approfittatore dei due, con una decisa e penetrante presenza scenica. Roberta Lucca è pienamente convincente nell'interpretare due personaggi agli antipodi. Romilda che vive l'infelicità del suo matrimonio tra momenti di sottomissione e lampi di rivalsa. Pepita Pantogada invece più briosa e leggera. Teo Guarini è un valido Pomino pieno di timidezza e insicurezze, ma anche con i suoi scatti d'orgoglio. Giada Lorusso è Adriana, tratteggiata con squisita leggiadria e giusta passione. Salvatore Esposito un Pantogada energico e frizzante.
Bravi anche Francesca Iasi (Oliva) e Davide Montalbano (Scipione) nei loro brevi interventi, che sono però di funzionale importanza nella storia.
Uno spettacolo di alto livello, che rispetta il testo pirandelliano, mettendolo in risalto con una narrazione fluida (affidata a Mattia Pascal e Don Eligio) e una variegata compagnia di attori.
Vivo successo per tutto il cast.
Marco Sonaglia (Teatro Rossini-Civitanova Marche 6 febbraio 2025)