Recensioni - Teatro

Civitanova Marche: Monica Guerritore rilegge la nostalgia felliniana di Ginger e Fred

Al teatro Rossini di Civitanova Marche arriva l'esclusiva regionale dello spettacolo "Ginger e Fred" con l'adattamento e la regia di Monica Guerritore

Ovviamente ispirato all'omonimo film di Federico Fellini, che scrisse con Tonino Guerra e Tullio Pinelli, interpretato da Marcello Mastroianni e Giulietta Masina.

Amelia Bonetti e Pippo Botticella in arte Ginger e Fred sono due attempati ballerini di tip-tap, ormai da molto tempo fuori dal giro. Ginger e Fred vengono coinvolti in una sorta di "operazione nostalgia", per la serata di Natale da una TV privata di proprietà dell'onnipresente "cavalier Fulvio Lombardoni". Ma si capisce subito che al centro della scena stanno in realtà la figura del presentatore e la pubblicità.

Un bel lavoro quello sulle scenografie realizzate da Maria Grazia Iovine che ricreano tre ambienti diversi: All'inizio molto cupo con l'insegna luminosa del night, poi i camerini per il trucco e infine lo studio televisivo tipico anni ottanta. Il light design di Pietro Sperduti è veramente efficace, come i rifiniti costumi di Walter Azzini e le coreografie Alberto Canestro.

Monica Guerritore come sempre è sinonimo di classe e la sua Amelia/Ginger ce lo dimostra. Voce calda e avvolgente, movimenti delicati, recitazione sempre misurata e convincente ballerina.

La affianca un bravissimo Massimiliano Vado, anche lui un Pippo/Fred alquanto calzante. Elegante, ironico, ma anche disperato e problematico.

Tra gli altri attori è doveroso nominare Diego Migeni nella parte dell'egocentrico e buffo anchorman, Nicolò Giacalone uno spassoso tecnico, Francesco Godina un perfetto travestito, a cui si aggiungono i brillanti Alessandro Di Somma, Mara Gentile, Lucilla Mininno, Valentina Morini, Claudio Vanni.

Lo spettacolo è delizioso, con un bel ritmo, con momenti comici, altri amari e il pubblico ne diventa parte integrante, essendo il protagonista della stessa trasmissione.

Fellini negli anni ottanta già faceva una critica feroce alla televisione di consumo, mettendo in risalto un mondo fatto di bassi contenuti, di apparenza, di finto opportunismo, di spettacolarizzazione del dolore. I personaggi che popolano la storia sono deboli, soli, incerti, in cerca di affetto.

Anche i due protagonisti schiacciati dall'inesorabile passare degli anni, rappresentano un mondo artistico che non c'è più e un senso di nostalgia avvolge il finale con lui che chiede a lei: Ginger e Fred non possono restare insieme? Lei risponde «Non lo so. Federico ha voluto così».

A fine recita calorosi applausi dal folto pubblico presente in sala.

Marco Sonaglia