Recensioni - Teatro

Convince il pubblico del Verdi il travolgente Arlecchino di Stivalaccio teatro

La commedia dell'arte protagonista con uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del settecento.

Arlecchino muto per spavento è ispirato ad Arlequin muet par crainte che debuttò a Parigi il 17 dicembre 1717 e scritto da Luigi Riccoboni, uomo di teatro, studioso e commediografo italiano che visse a lungo nella capitale francese al soldo del duca d'Orleans.
Diresse poi la Comedie Italienne dal 1716 al 1731 favorendo una riforma del teatro con il ritorno al testo scritto, mescolando ai canoni della commedia regolare quelli più dinamici della commedia dell'arte. Quello di Stivalaccio teatro è quindi un vero e proprio omaggio alla tradizione della commedia dell'arte.

In scena nove attori su di un canovaccio inedito facendo propri gli strumenti del commediante: recitazione, canto, danza, combattimento scenico, lazzi e improvvisazione. Uno spettacolo dove gioco, invenzione, amore, dramma e paura si mescolano tra le smorfie inamovibili delle maschere.

La trama è classica: Lelio lascia Venezia per Milano follemente innamorato di Flamminia, figlia di Pantalone de Bisognosi che però l'ha promessa in sposa a Mario, figlio di Stramonia Lanternani, mercantessa di stoffe. Ma l'imbranato Mario invece ama Silvia, giovane risoluta quanto determinata. Lelio giunge a Milano giusto per convincere i due genitori a demordere dal loro intento o se proprio costretto a sfidare a duello il timido Mario. Ma Arlecchino, servitore di Lelio, appena giunto in città spiffera tutto e il suo padrone, un po' per punirlo, un po' per spaventarlo e farlo tacere finge che un demonio sia imprigionato in un suo anello e che se egli parlerà ancora il demonio ne darà notizia a Lelio ed il servitore verrà decapitato. Arlecchino si spaventa a tal punto da diventare muto. Nonostante il religioso silenzio Arlecchino combina un sacco di guai, conquista e s'innamora della serva di Pantalone, Violetta, corteggiata ma non ricambiata da Trappola, servitore di Stramonia, il tutto mentre le altre due coppie di innamorati cercano di sbrogliare gli intrighi che li ostacolano.

Due ore e venti per una commedia raffinata, ironica negli intrallazzi e negli ammiccamenti ma allo stesso tempo capace di rileggere il giusto tributo al teatro italiano in chiave moderna. Un godimento reale, un congegno a orologeria perfetto che i bravi attori affrontano con coraggio mettendo in mostra le loro rispettive doti e se le vicende ambientate in un mondo surreale e a tratti fantastico riescono ancora a strapparci un sorriso forse potrà rinascere la poesia del teatro, per troppo tempo silenziata e non per spavento.

Soggetto originale e regia di Marco Zoppello con in scena i bravissimi Sara Allevi, Marie Coutance, Matteo Cremon, Anna de Franceschi, Michele Mori, Stefano Rota, Pierdomenico Simone, Maria Luisa Zaltron, Marco Zoppello

Molto apprezzata anche l'interazione degli attori con il pubblico in sala, che alla fine ringrazia con battimani ripetuti e fragorosi.