Recensioni - Teatro

Corridonia : Immenso Umberto Orsini con Le memorie di Ivan Karamazov

Il teatro è magia e in teatro spesso le emozioni prendono il sopravvento

È successo a Corridonia, in un piccolo teatro di provincia, che nella sua stagione ha ospitato il grande Umberto Orsini con lo spettacolo "Le memorie di Ivan Karamazov".

Il legame di Orsini con l'opera di Dostoevskij inizia nel lontano 1969 con lo sceneggiato Rai "I fratelli Karamazov" diretto da Sandro Bolchi, che all'epoca riscosse un grande successo e proseguito nel 2014 con "La leggenda del grande inquisitore".

Per tutti questi anni l'attore si è portato dentro di sé il personaggio e con il regista Luca Michieletti ha scritto questa drammaturgia, che cerca di consegnare un finale alla storia.

Michieletti è un ottimo regista (oltre ad essere uno dei baritoni più richiesti nell'opera lirica,) e lo conferma con uno spettacolo curatissimo sotto ogni dettaglio, che risalta al meglio il suo interprete.

Le scene di Giacomo Andrico sono cupe, dalle tinte dark. Una chiesa diroccata dove volano fogli, entra la neve, si aprono botole e spiragli infernali, la coscienza di Ivan appare come un marchingegno elettronico dalla voce metallica. Il senso di claustrofobia viene amplificato dal suono di Alessandro Saviozzi e dalle raffinate luci di Carlo Pediani. I costumi di Daniele Gelsi rivestono il personaggio con un lungo cappotto, stivali e cilindro.

Poi c'è il maestro Orsini, novant'anni compiuti da poco e un'interpretazione da pelle d'oca, dove emerge tutta la classe dell'attore.

La naturalezza nei movimenti e nel declamare riflessioni così importanti, senza cadere mai in trionfalistici eccessi. Una voce calda capace di sussurrare, di inveire, di scavare e cesellare a fondo in ogni singola parola. Orsini ci porta nella sua caduta all'inferno, ma ci riporta anche alla realtà con i suoi dubbi e i suoi tormenti, "Sono un uomo cattivo" ripete varie volte il protagonista, sempre in bilico tra una disperata responsabilità morale e una covata ribellione.

Uno dei momenti più significativi è la straziante arringa dall'ambone sulla sofferenza dei bambini e sul fallimento della religione. Un testo carico, denso di significati. Come sempre Dostoevskij tocca tantissime tematiche e ancora oggi risulta un autore moderno, lucido e attuale.

In un'ora di spettacolo, si rimane rapiti dal carisma di Orsini e dal suo teatro vero.

Alla fine si può solo esplodere con una cascata di applausi. Tutti in piedi per l'ennesima lezione di stile da questo gigante del teatro e della cultura italiana.

Marco Sonaglia

(Teatro Velluti-Corridonia 6 aprile 2024)