Arrivano a Brescia Le Baccanti del Teatro Stabile di Catania
Per la stagione di prosa al Teatro Sociale viene proposta la tragedia greca classica, con “Le Baccanti” di Euripide, per la regia e adattamento di Laura Sicignano.
Prodotto dal Teatro Stabile di Catania, lo spettacolo propone il testo euripideo sostanzialmente nella sua interezza, in un allestimento atemporale con vaghi richiami alla contemporaneità, una sorta di mescolanza di stili e ambientazioni. Le scene e i costumi sono di Guido Fiorato.
Dioniso, il Dio greco sostanziale protagonista della tragedia, viene affidato ad una donna, Manuela Ventura, esaltando in questo modo la femminilità della figura di Dioniso, ma perdendone la prorompente ambiguità di giovinetto dai fluenti riccioli biondi, come descritto da Euripide. Il coro inoltre viene, come d’uso negli allestimenti contemporanei, ridotto al minimo, limitando la rappresentazione della furia delle baccanti ad un solo quadro nel finale dello spettacolo.
A tratti troppo serioso lo spettacolo, sia nel sostanziale controllo estetico, con movimenti simbolici fin troppo eleganti, del personaggio di Dioniso; sia nella resa del lungo dialogo fra Cadmo e Tiresia, in cui non viene esaltata la componente ironica dei due vecchietti invasati dal Dio. Poco efficace nel finale inoltre la scelta di affidare la narrazione della morte di Penteo ad una voce registrata.
Per il resto la proposta, pur in abiti moderni e con eclettiche anche se confuse scenografie, rimane nel binario di una buona lettura classica, a tratti addirittura didascalica. Da una parte si apprezza certamente il dettato del drammaturgo di Salamina, dall’altra si sente la mancanza di una direzione precisa nell’operazione, di una presa di posizione verso i controversi argomenti della tragedia.
Apollineo contro Dionisiaco; controllo e ragione contro eccesso e furore; libertà contro tirannia; Sofismo contro senso comune; corpo contro mente: mille sono gli argomenti presenti nel testo, mille gli spunti. A Brescia abbiamo visto una messa in scena ben impostata, condotta con rigore, ma un passo indietro dall’entrare veramente nelle eterne questioni che propone la tragedia delle Baccanti, non per niente fra le opere greche più citate da Friedrich Nietzsche nel suo celeberrimo “La Nascita della Tragedia”.
“Non credere solo perché hai un’opinione di sapere qualcosa” chiosa Tiresia rivolto a Penteo invitandolo a sottomettersi alla potenza del Dio Dioniso. Ecco un’opinione sul testo ci è mancata in questa messa in scena, non avrebbe certamente portato alla sapienza, come ci ricorda Tiresia, ma a qualche stimolo di riflessione sicuramente.
Tutti validi gli interpreti, a partire dal Dioniso di Manuela Ventura fino all’ottimo Penteo di Aldo Ottobrino. Cadmo era Franco Mirabella, Tiresia uno svagato Antonio Alveario; Agave Alessandra Fazzino e l’originale Messaggero Silvio Laviano. Delle ventiquattro Baccanti previste ne rimangono tre in questa messa in scena, ben interpretate da Egle Doris, Lydia Giordano e Silvia Napoletano.
Raffaello Malesci (05 Marzo 2022)