Recensioni - Teatro

Fabriano: Felice debutto per Toccando il vuoto

Il teatro Gentile da Fabriano è da sempre un luogo perfetto per le residenze artistiche

In questa stagione di prosa accoglie "Toccando il vuoto", testo del drammaturgo scozzese David Greig, rappresentato per la prima volta in Italia e prodotto da Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito, Argot Produzioni e Accademia Perduta/Romagna Teatri con il contributo di Regione Toscana, nella traduzione di Monica Capuani.

Il testo del drammaturgo scozzese pone alla base dell’opera il tema delle scelte, etiche e non, che circondano gli eventi. Tratto da una storia vera, la pièce è ambientata nel 1985 durante la scalata nelle Ande Peruviane, dove gli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates restano vittime di un incidente durante la fase di discesa che provoca la caduta di Joe in un dirupo. Simon, per non rischiare di precipitare assieme al suo compagno, è costretto a tagliare la corda da arrampicata. La storia si ambienta tra passato e presente, tra passione, sensi di colpa, amicizia e resilienza, in un tempo e spazio che si fondono costantemente.

L'interessante regia di Silvio Peroni è serrata, ossessiva, claustrofobica, ricca di flashback (forse anche troppi). Riesce a trasportare lo spettatore dentro la vicenda, che si sente parte integrante e prova le stesse sensazioni. Uno dei temi centrali, come dichiara il regista, è quello delle ossessioni, raggiungere vette sempre più alte, superare i limiti, confrontarsi continuamente con le proprie paure. Spesso diventano pensieri costanti, quasi fossero fantasmi che disturbano il sonno e occupano incessantemente la mente. Lo spettacolo lascia molte domande sulle nostre scelte, sui sensi di colpa, in un’atmosfera intrigante e suggestiva.

Le scene di Eleonora De Leo sono semplici ed efficaci. Il tavolo del pub con le sedie e i bicchieri, la grande costruzione di metallo che rappresenta la montagna con i suoi dirupi e i suoi ghiacciai. Il disegno luci di Gianni Bertoli è molto cupo, le musiche originali di Gianni Bertoli commentano efficacemente l’azione.

Lodo Guenzi nella parte di Joe Simpson offre una convincente prova attoriale, risultando a suo agio in questa nuova veste. Una buona presenza scenica che unisce ad un controllo sulla voce. Giovanni Anzaldo si conferma come uno degli attori più interessanti della sua generazione. Affronta la non facile parte dell'amico Simon Yates, lacerato nel profondo dell'anima, con grande intensità scenica e vocale. Bravissima anche Eleonora Giovanardi nella parte di Sarah, la sorella curiosa e realista di Joe, che alterna ottimi momenti di rabbia ad altri più drammatici. Matteo Gatta è Richard, lo scrittore eclettico. Veramente piacevole la sua recitazione brillante contornata da battute ironiche.

Un felice debutto marchigiano, salutato da generosi applausi. Lo spettacolo funziona e nelle successive date sarà ancora più rodato e affinato. Gli auguriamo la fortuna che merita.

Marco Sonaglia (Teatro Gentile-Fabriano 28 febbraio 2025)