
L’iconico testo di Arthur Miller nell’immaginario astratto del regista Eric de Vroedt
Allo Schauspielhaus di Francoforte sul Meno il dramma di Arthur Miller “Uno sguardo dal ponte” viene scarnificato in una messa in scena astratta, in cui un grande divano verde diventa una sorta di ring da combattimento, circondato da tutti i lati dal pubblico.
Il regista Eric de Vroedt, coadiuvato per la singolare scelta scenografica da Dennis Vanderbroeck, abbandona in questo modo qualsiasi riferimento naturalistico e oleografico tanto caro alle messe in scena tradizionali di questo testo. Solitamente infatti troviamo un interno dimesso ma dignitoso nella periferia operaia di New York, con tanto di “sguardo dal ponte”, ovvero con il Tower Bridge in bella vista dalla finestra della casa di Eddy Carbone.
Niente di tutto questo in questo caso. Solo un ring verde in scena, ma non un ring di boxe, bensì di divani imbottiti. La quintessenza dell’accoglienza famigliare, della calda protezione di una casa sicura, che in realtà diventa un luogo di sopraffazione e di terribili e inconfessati segreti. Il teatro è scarnificato, completamente senza quinte, ne resta quasi solo un capannone portuale, come quello dove lavora da una vita il protagonista della pièce Eddy Carbone. I costumi di Lotte Goos sono dimessi, contemporanei, appropriati. Il pubblico circonda la casa da tutti i lati, è ovunque, diventando muta metafora di una società che sorveglia, occhieggia da ogni lato. La condizione di irregolari, di immigrati di Rodolpho e Marco ne viene amplificata, è la società stessa che, aizzata dalla politica, diventa carnefice e oppressore.
Il testo di Miller è un capolavoro e viene perfettamente esaltato dalla recitazione contemporanea e credibile degli attori, e da questa messa in scena totalizzante, astratta simbolica. Due ore di spettacolo senza intervallo ma senza un momento di cedimento o di distrazione. Tutto è affidato alla recitazione, che è magistrale, perfetta. Un lavoro da incorniciare.
André Meyer (Eddie Carbone) ci regala un protagonista dalle molte sfaccettature, ben lontano dal classico villain in stile mafioso. Il suo Eddie è realistico, credibile, umano e tormentato. Tiene la scena con sovrana sicurezza e convince appieno.
Al suo fianco Christina Geiße è una Beatrice Carbone angosciata e impotente, mentre Nina Wolf disegna una Catherine di giovanile ingenuità, che diventa poi una donna trasformata dal nuovo sentimento dell’amore per Rodolpho.
Arash Nayebbandi interpreta con la giusta verve e giovanile baldanza il non facile ruolo di Rodolpho. Completano il cast Omar El-Saeidi (Marco) e Heidi Ecks (Mrs Alfieri), convincente nel condurre la pièce come narratore coinvolto nella storia.
Ottimo successo di pubblico per uno spettacolo ai massimi livelli.
Raffaello Malesci (Venerdì 28 Marzo 2025)