Recensioni - Teatro

I Macbeth: la violenza del quotidiano

Vivo successo della rilettura shakespeariana di Francesco Niccolini messa in scena da Stefano Randisi ed Enzo Vetrano al Sant’Afra

La nuova riduzione del Macbeth firmata da Francesco Niccolini con il titolo “I Macbeth” parte dalle parole di Shakespeare per raccontare di quattro persone le cui ossessioni, sfociate nel disagio psichico, si sono tramutate in omicidio.

All’interno di un manicomio criminale i quattro protagonisti rivivono le loro storie: chi ha strangolato con il filo del telefono, chi ha ucciso la fidanzata a sassate perché “lo aveva stregato”, chi ha assassinato i vicini di casa perché disturbavano ed erano maleducati, così come i due coniugi scozzesi avevano deciso di macchiarsi dei loro delitti per la bramosia di potere: demoni interiori da cui scaturiscono spirali di sangue.
Le parti scritte da Nicolini si fondono perfettamente con l’originale shakespeariano in un continuo gioco di specchi in cui la violenza quotidiana sfocia nella grande tragedia a riprova che in realtà si tratta di due facce della stessa medaglia. 

Da questo testo Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno tratto un bellissimo spettacolo che, coprodotto da Arca Azzurra e Centro Teatrale Bresciano ha debuttato a Brescia al Teatro Sant’Afra. I quattro interpreti, oltre a Vetrano e Randisi in scena ci sono anche Giovanni Moschella e Raffaella D’Avella, si distinguono per una recitazione asciutta, scabra, ma di grande intensità, che anche nei racconti più concitati e dolorosi non diventa mai enfatica e non perde mai di verità. Non si assiste mai alla violenza in scena, perché, come nella tragedia greca, la violenza è già avvenuta e rivive nel racconto mantenendo tuttavia un’efficacia, ed a volte una ferocia, che non lasciano indifferenti, d’altronde chi più dei siciliani può dire di avere la tragedia greca nel sangue?

La regia si dipana in modo lineare, dando grande importanza alla parola ma non rinunciando a momenti di grande efficacia teatrale. Di forte impatto la scena in cui i due attori che rappresentano Macbeth e la Lady entrano in scena con cappotto e corona sghemba, lanciando fiori sulle note di “Ciao amore” con un ghigno sardonico che, restando nell’ambito di coppie diaboliche, poteva far pensare alle ultime immagini dei coniugi Ceausescu.
I Macbeth è uno spettacolo che conquista e lascia il segno, ed infatti per tutta la durata nella platea del Sant’Afra è calato il silenzio dell’attenzione e della tensione emotiva che al termine si è sciolto in un applauso catartico rivolto ai quattro eccellenti interpreti.