Recensioni - Teatro

I maneggi genovesi trionfano in terra bresciana

Grande successo al Teatro Sociale per la riproposta del classico di Gilberto Govi “I maneggi per maritare una figlia”

Gilberto Govi è una delle maschere del teatro italiano del XX secolo: la sua è una figura icastica, che ha caratterizzato una lunga fase della commedia della prima metà del ‘900, contribuendo a far diventare il dialetto genovese una vera e propria lingua, al pari di napoletano e veneziano che già vantavano un riconoscimento dal punto di vista letterario proprio grazie alla loro tradizione teatrale.

Per questo motivo il nuovo allestimento de I maneggi per maritare una figlia di Niccolò Bagigalupo, probabilmente il testo più famoso interpretato da Govi, coprodotto da Teatro Stabile di Genova e Centro Teatrale Bresciano, non può essere considerato come una semplice riproposta nostalgica di un teatro che non c’è più, ma al contrario va visto come un classico di repertorio che fa ancora presa sul pubblico anche al di fuori del territorio ligure, come la recente tournée ha confermato.

Lo spettacolo, che vede nei ruoli di Steva -il ruolo rivestito da Govi- e della moglie Giggia due attori genovesi, ovvero Tullio Solenghi ed Elisabetta Pozzi, pur mantenendo una rispettosa fedeltà alla messinscena originale, che i meno giovani ricordano nei passaggi televisivi su Rai 3, non ha nulla di commemorativo o polveroso, anzi, spicca per brio e spigliatezza, mettendo in luce una drammaturgia semplice ma efficace.

Solenghi, qui anche in veste di regista, e Pozzi danno l’impressione di divertirsi parecchio nell’indossare i panni dei due protagonisti e questo divertimento contagia sia gli altri interpreti sia il pubblico che coglie perfettamente lo spirito della proposta e ride parecchio, soprattutto nella seconda parte in cui l’esuberante volontà di Giggia di organizzare il fidanzamento della figlia Matilde si scontra con la ricerca di tranquillità di Steva: un contrasto che origina gustosissimi dialoghi.

Lo spettacolo è una perfetta macchina teatrale al cui timone vi sono due fuoriclasse del palcoscenico affiancati da un valido cast: dalle due giovani cugine Matilde (Laura Repetto) e Carlotta (Isabella Maria Loi) ai baldi corteggiatori Cesare (Matteo Traverso), Pippo (Pier Luigi Pasino) e Riccardo (Aleph Viola), alla cameriera Cumba (Stefania Pepe) ed al Signor Venanzio di Roberto Alinghieri. Un applauso particolare va dedicato alla bravissima Bruna Calvaresi, autrice di trucco e parrucco, che ha saputo ricreare con impeccabile fedeltà la “maschera” di Govi e, in armonia con le scene ed i costumi di Davide Livermore, l’atmosfera di un tempo.

Incondizionato il successo tributato da un Teatro Sociale di Brescia sold out per tutte le rappresentazioni, a riprova della piena riuscita della proposta anche al di fuori del territorio ligure.