Recensioni - Teatro

Il Caso Kaufmann inaugura la stagione del CTB

Il testo tratto dal romanzo di Giovanni Grasso con la regia ti Piero Maccarinelli, protagonista Franco Branciaroli ha debuttato al Teatro Sociale

Il Centro Teatrale Bresciano ha inaugurato la stagione 2023/24 al Teatro Sociale con lo spettacolo Il caso Kaufmann di Giovanni Grasso con la regia di Pietro Maccarinelli, testo ispirato ad una storia vera accaduta in Germania durante il nazismo.

Lehman Kaufmann, presidente della comunità ebraica di Norimberga, viene accusato di avere intrattenuto una relazione con Irene Seider, figlia di un amico, ariana, contravvenendo alla legge che proibiva agli ebrei di avere rapporti sessuali con donne ariane al fine di prevenire l’”inquinamento razziale”.
Nonostante non ci siano prove concrete o testimonianze che accertino che il rapporto è stato realmente consumato ed i due continuino a negare, la questione non è più legale ma prettamente politica e razziale, pertanto le eventuali testimonianze a suo favore vengono screditate e Kaufmann viene condannato a morte per il semplice fatto di essere ebreo. Storie che pensavamo appartenessero ormai al passato ma che i recenti avvenimenti a livello internazionale rendono purtroppo ancora attuali e che il teatro ha il dovere di riproporre.

Il testo, riduzione teatrale firmata dallo stesso Grasso del suo omonimo romanzo, risente di una certa “letterarietà”: i dialoghi spesso suonano didascalici, di conseguenza i personaggi faticano a trovare una loro tridimensionalità e raramente si crea una vera tensione drammatica sul palcoscenico.
Tra gli interpreti spicca Viola Graziosi, che dà corpo e voce ad un’Irene Seider volitiva e sensuale, spavalda e nel suo anticonformismo ed intensa sulla scena. Al suo fianco Franco Branciaroli tratteggia un Lehman Kaufmann introspettivo, a tratti dimesso, che ritrova un guizzo di ironica vitalità nel finale quando si rammarica del fatto di non aver mai avuto rapporti carnali con Irene poiché, in caso contrario, almeno sarebbe valsa la pena di morire, mentre così suona quasi una beffa.
Nel resto del cast si confermano interpreti eccellenti Graziano Piazza, nonostante ilo ruolo di Padre Höfer sia un po’ “di spalla” e Franca Penone che spicca nel monologo iniziale della sig.ra Greese come efficaci sono anche le interpretazioni di Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin e Andrea Bonella.

Piero Maccarinelli firma una regia asciutta, essenziale, in cui i vari personaggi agiscono su un palcoscenico diviso in due, fisicamente ma anche temporalmente grazie alle essenziali scenografie di Domenico Franchi: a destra la prigione in cui Kaufmann racconta la sua vicenda al confessore, a sinistra la rievocazione dei momenti passati, in casa, al posto di polizia e durante il processo.

Convinti al termine gli applausi del pubblico che gremiva il Teatro Sociale.