Recensioni - Teatro

Il Nuovo inaugura il 2023 con Natalino Balasso

Applausi e risate per Dizionario Balasso in un teatro tutto esaurito

La comicità graffiante di Natalino Balasso ha aperto il cartellone 2023 del Teatro Nuovo di Verona con una serie di sold out applauditissimi da parte di un pubblico entusiasta che al termine, nonostante le oltre due ore di monologo, non sembrava ancora sazio.
In Dizionario Balasso l’attore polesano, partendo da un grande libro sul quale ha appuntato una serie di 250 lemmi, ne sceglie alcuni -altri invece verranno suggeriti dal pubblico- e di ciascuno di essi ne dà una spiegazione che, partendo dalla sua origine semantica, si amplia in una sorta di ipertesto che comprende aneddoti, concatenazioni con altre parole, spunti per la riflessione.

Uno spettacolo in cui la parola è libera, perché, come il fool shakespeariano, l’attore comico  gode di una sorta di immunità per cui può permettersi di irridere i potenti -oggi si chiama establishment- criticare i costumi e dire la verità, anche se, come ha sostenuto Balasso stesso in una delle sue prime digressioni proprio su questa parola su suggerimento del pubblico, la verità non è un valore assoluto, pertanto non è mai possibile conoscerla fino in fondo.

Nel corso del monologo ai concetti più profondi quali appunto la verità, l’amore, l’amicizia, la filosofia, si affiancano tematiche più quotidiane e terra terra quali la birra, la vecchia pubblicità della Miralanza con l’Olandesina e Calimero, spunto per uno sfottò al razzismo, o il camaleonte. Anche la religione viene affrontata sia in una rilettura in chiave contemporanea e disillusa delle parabole evangeliche, i cui protagonisti sono sempre “magnaschei”, sia in una riflessione tranchant su Lourdes: “Perché le piscine del santuario, in cui si va per guarire miracolosamente, durante il Covid sono state chiuse per timore dei contagi? Si sarebbe dovuto invece tenerle aperte e far entrare tutti.”

Il pubblico si diverte, interagisce, suggerisce alcune parole che vengono puntualmente raccolte dall’autore, eccezion fatta per “resilienza”, in un dialogo che continua per tutta la durata della rappresentazione, che si chiude con una poesia cruda, intensa, che, mutando per un attimo l’atmosfera, riporta tutti con i piedi per terra e crea un momento di sospensione prima dello scrosciare degli applausi finali.