Recensioni - Teatro

Il fascino gotico della Londra oscura e misteriosa di Jekyll e Hyde

Sergio Rubini dirige una riuscita teatralizzazione del celebre capolavoro di Stevenson

Prosegue con un’altra proposta riuscita la stagione di prosa al Teatro Sociale di Trento. Arriva infatti dal Teatro Bellini di Napoli, dove ha debuttato a Maggio del 2024, “Il Caso Jekyll”, adattamento teatrale a cura di Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi del racconto “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” (Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde) pubblicato nel 1885 da Robert Louis Stevenson.

Sergio Rubini, che ne firma anche la regia, azzecca uno spettacolo dal fascino gotico e oscuro, lavorando sull’immaginario di una Londra vittoriana fatta di ombre e nebbie, con atmosfere oniriche, accenni naturalistici e veloci cambi scenici dal taglio cinematografico.

La riduzione è sostanzialmente fedele al procedere del racconto e si avvale di un narratore impersonato dallo stesso Rubini. Gli accadimenti ci sono tutti e vengono teatralizzati fedelmente in dialoghi serrati ed efficaci. Si punta principalmente sulla storia, lasciando nel mistero le trasformazioni di Jekyll in Hyde fino a quasi nel finale. Rubini tende a porre l’accento più sull’ambivalenza umana insita in ciascuno di noi che sulla pozione che permette a Jekyll la trasformazione nel suo alter ego malvagio.

Rubini appare al pubblico all’inizio, a sipario ancora chiuso, e rivela la natura dello spettacolo: una narrazione di accadimenti ricavata da un manoscritto. Da qui si apre il sipario rivelando una scenografia semplice ma efficace a cura di Gregorio Botta. Una serie di pannelli trasparenti che permettono un efficace gioco di luci e ombre, con al centro la fatidica porta dietro la quale si cela il nascondiglio di Hyde e con cui inizia il racconto. I costumi di Chiara Aversano sono storicamente e narrativamente efficaci, mentre somma importanza assume il progetto luci di Salvatore Palladino, che contribuisce grandemente a creare ambienti misteriosi e inquietanti, stagliati in una costante penombra.

Magistrale il progetto sonoro di Alessio Foglia, presente in scena a creare i suoni dal vivo, che ricrea l’atmosfera gotica di mistero con un parossismo millimetrico di suoni e rumori, che ampliano il portato del testo e connotano magnificamente le singole scene. Tale è l’importanza del tappeto sonoro in questo spettacolo da ricordare la mania per i suoni di un maestro come Konstantin Stanislavskij, con la differenza che in questo caso il suono non è solo descrittivo, ma contribuisce a creare la suspence con accenti spesso terribili e immaginifici.

Lo spettacolo è tecnicamente millimetrico e il racconto di Stevenson si segue con piacere e attenzione, quasi senza sbavature e cali di tensione, anche nel lungo atto unico di ben 120 minuti.

L’indagine poliziesca dell’avvocato Utterson costruisce la storia in modo chiaro e ben circostanziato. Geno Diana ne incarna le fattezze alla perfezione, con il giusto aplomb borghese, favorito da una voce profonda e sonora, e una tranquilla nonchalance britannica anche di fronte agli accadimenti più inspiegabili.

Jekyll appare poco all’inizio per dare spazio alla malvagità di Hyde. Entrambi sono interpretati da Daniele Russo, perfetto e credibile nella parte. L’attore alterna la presenza fisica, sessuale e prorompente di Hyde con la calma, la paura, l’insicurezza quasi rattrappita di Jekyll. Nel finale una grande prova nel delirio concitato di Hyde prima dell’avvelenamento.

Sergio Rubini, oltre alla parte del narratore, si ritaglia magistralmente quella del Dottor Lanyon, che interpreta con souplesse e credibilità.

Impegnati in più ruoli gli altri attori, che dimostrano una grande precisione e professionalità. Roberto Salemi, che si alterna efficacemente fra l’aplomb britannico del domestico Poole e la controllata conversazione di Richard Enfield. Angelo Zampieri, con le ottime caratterizzazioni del farmacista Danvers Carew e il pratico ispettore di polizia. Completa il cast la brava e versatile Alessia Santalucia in molteplici camei.

Spettacolo da bere tutto d’un fiato. Bel successo nel finale.

Raffaello Malesci (Sabato 18 Gennaio 2025)