Elio de Capitani firma una regia lucida e precisa di Erano tutti miei Figli
Dopo il grande successo di Morte di un Commesso Viaggiatore, Elio de Capitani e il Teatro dell’Elfo tornano ad Arthur Miller con forse il più politico dei suoi testi: “Erano tutti miei Figli”, dramma del 1947, andato in scena con la regia di Elia Kazan, da cui fu tratto immediatamente anche un film diretto da Irving Reis.
Si conferma il magistero del Teatro dell’Elfo, l’unico Teatro in Italia ad avere una direzione artistica chiara e determinata, rivolta al teatro contemporaneo e del novecento. Gli unici che si confermano in grado di mettere in scena un grande dramma del novecento con coerenza, professionalità e determinazione.
Merito indubbio di un artista di lunga vaglia come Elio de Capitani, che, oltre ad interpretare Joe Keller, firma una regia lucida e precisa, senza sbavature, fondata sul magistero della parola recitata e dell’interpretazione coerente. De Capitani organizza la scena in modo semplice, coadiuvato dalla bella scenografia e dagli accurati costumi di Carlo Sala. Il regista innerva di realismo la scena senza imporre la sua presenza, ma lavorando al servizio del testo, che si segue senza difficoltà e senza sbavature.
Ne scaturisce una lettura coinvolgente del dramma di Arthur Miller, di assoluta contemporaneità per le tematiche trattate: la guerra, l’etica del profitto, l’educazione dei figli. De Capitani distilla il testo, lo lascia crescere di soppiatto, lo maschera da commedia di conversazione, per poi farlo esplodere in fulmini drammatici di grande emotività e tensione. La messa in scena è fedele al dettato storico, con una casa che sembra uscita da un film di Antonioni e costumi da manuale, ma il secondo dopoguerra del racconto potrebbe essere la nostra contemporaneità. Il testo non è mai didascalico, mai paternalistico, parla al presente attraverso l’exemplum del passato anche grazie alla lucida traduzione di Masolino d’Amico.
Teatro allo stato puro, che si beve di un fiato, inebriante e totalizzante come solo lo spettacolo dal vivo riesce ad essere.
Merito ovviamente di una compagnia solida e affiatata, capitanata dal Joe Keller dello stesso De Capitani, perfetto negli accenti, dosato, emozionante. Al suo fianco Cristina Crippa, altra veterana dell’Elfo. La sua Kate Keller brilla per caratterizzazione e umanità.
Prova maiuscola per Angelo di Genio, un Chris Keller perfetto, che impersona il difficile personaggio con una tecnica e una maturità sorprendente.
Ma è l’ensemble che vince: Caterina Erba, una credibile Ann Deever; Marco Bonadei, insicuro e combattuto George Deever; Nicola Stravalaci disincantato Dott. Bayliss, affiancato dalla moglie interpretata con giusto cinismo da Sara Borsarelli. Chiudono ottimamente il cerchio Michele Costabile e Carolina Cametti, con due riuscite e precise caratterizzazioni per la famiglia Lubey.
Applausi commossi e prolungati nel finale.
Spettacolo da non perdere!
Raffaello Malesci (Martedì 28 Ottobre 2025)