Recensioni - Teatro

Il pubblico bresciano sfugge alla Modestia

Ampie defezioni per uno spettacolo lungo e velleitario a firma Luca Ronconi

Arriva a Brescia “La Modestia” del drammaturgo argentino Rafael Spregelburd nell’allestimento del Piccolo Teatro di Milano e della Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto. Spregelburd è uno dei drammaturghi più quotati al momento, paragonato più volte a Pinter e messo in scena ripetutamente in questi anni. A giudicare dal testo presentato al Sociale però, tanta fama ci sembra esagerata. La Modestia fa parte di una serie di pièce sui vizi contemporanei ispirata, a detta dell’autore, alla pittura di Hieronymus Bosch. Il testo gioca su due trame che si intrecciano a quadri ove i personaggi discutono di varie cose in modo ossessivo e ripetitivo. Vi è la tematica della crisi tanto cara al mondo argentino, dell’immigrazione, della morte, dell’arte…

I personaggi parlano per 2 ore e 45 minuti, uno di essi muore di tubercolosi, scoppia la caldaia, si discute animatamente di una famiglia coreana immigrata, di un dottore che cura dei cavalli, del tentativo di far pubblicare un romanzo, per il resto accade ben poco. La messa in scena di Ronconi è didascalica e si muove su un ritmo blando, all’inizio letteralmente soporifero, che non aiuta certamente la fruizione di uno spettacolo dalle ampie pretese culturali che però sfocia in una messa in scena sostanzialmente non riuscita. Si apprezza la precisione tecnica e la professionalità degli attori (Francesca Ciocchetti, Maria Paiato, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi) ma questa non basta.

Tant’è che la sala si è letteralmente svuotata, dopo la prima ora il pubblico ha semplicemente iniziato ad andarsene. Alla fine una platea semivuota ha tributato applausi frettolosi e di cortesia.

Raffaello Malesci 14/02/2013

 

Continua la stagione CTB di Brescia con “La Modestia” di Rafael Spregelburd per la regia di Luca Ronconi, scene di Marco Rossi, luci di A. J. Weissbard.